La resa dei conti è finale
seguedalla prima di SUSANNA NOVELLI A un anno dal voto infatti il Pdl non è stato in grado di "farsi sentire". Ma l'esito della riunione che si è svolta ieri in tarda serata tra i coordinatori regionali, Vincenzo Piso e Alfredo Pallone proprio con la governatrice (che ha comunque preso contatti con il premier Berlusconi), ha chiarito qualche punto. Da quello che è emerso si lascerà la "libertà di voto" e, forse per tacere le voci su accordi già conclusi dalla Polverini con il centrosinistra nei comuni dove è previsto il «derby» tra Pdl e Città Nuove, il vice coordinatore regionale, Alfredo Pallone ha chiarito, al termine della riunione, «tra noi ci deve essere un bon ton, un accordo tra gentiluomini in questa campagna elettorale. Non si faranno apparentamenti con liste Pd che hanno perso le elezioni. Ma i voti sono liberi e quindi vinca il migliore. Anche la Polverini la pensa così: bisogna abbassare i toni e la presidente pensa che sia necessario». Una scelta che però non piacerà alla base e a molti eletti del partito. Le parole di Piso non confortano: «Con la presidente della Regione Renata Polverini abbiamo commentato le elezioni che complessivamente sono andate bene. Poi abbiamo parlato di alcune questioni pendenti che riguardano quegli ex consiglieri regionali del Pdl che non hanno potuto sedere in Consiglio regionale a causa dell'esclusione della lista e ora un accordo si è trovato e riguarda la presidenza di alcune aziende». La sensazione è quella dei nemici costretti a condividere la casa e dunque a fare buon viso e cattivo gioco. Se quella del Pdl sia la prima "rivincita" è davvero presto per dirlo. Trovare ora l'accordo sulle nomine attese da un anno potrebbe tuttavia creare ulteriori problemi nel partito e nella coalizione che governa la Regione. A maggior ragione la riflessione sulla quale fermarsi è quella già espressa l'altra sera dal sindaco Alemanno: «Manca la classe dirigente territoriale, servono i congressi». Serve, in altre parole un partito che non c'è. Piuttosto si contano diversi gruppi che, troppo spesso, vanno per strade differenti. Un problema tuttavia che riguarda anche il Pd dove, al di là di qualche risultato, non c'è proprio da brindare. Senza l'appoggio ora delle sinistre, ora dei centristi, il partito democratico non sfonda. Anche qui il male più insidioso è quello della mancanza di un partito forte, di un coordinamento regionale eletto dalla base dopo un confronto aperto e dunque riconosciuto leader da tutte le varie anime del partito. Una realtà che lo stesso presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, ha ben presente. «Oggi è tanto usata la parola leadership, si sentono tutti leader ma poi sono costretti a farsi il proprio gruppetto a cui mettersi a capo» - ha detto poco prima della chiusura dei seggi. Poi, stretto forse dal pressing soprattutto dei popolari e sull'apertura delle trattative per la candidatura a sindaco della Capitale, Zingaretti rimette ordine: «È il momento di tirare fuori le idee. È tempo che il centrosinistra ritrovi un progetto positivo su Roma, lo metta in campo, lo discuta con la città e si prepari ad affrontare la campagna comunale fra 2 anni. Roma ha bisogno di una classe dirigente del centrosinistra in grado di prospettare una visione, un progetto che è tempo che venga discusso, poi i nomi verranno dopo. A noi - ha aggiunto - non servono coalizioni per vincere e poi non governare. Un campo molto libero del confronto, che coinvolga i partiti, ma non solo i partiti, le associazioni, i comitati di quartiere, le forze sociali. Una grande umiltà per tessere un filo progettuale che oggi è ancora debole». Non sarà facile per il Pd trovare la quadra tra una sinistra indispensabile e una parte dei moderati che fa di tutto per portare nella coalizione quel Terzo Polo o comunque l'Udc. E anche qui non tutto rose e fiori. Il partito è infatti sempre più spaccato tra chi tende all'accordo col Pd, chi, invece, al centrodestra e chi punta sul progetto del Terzo Polo. Ci ritroviamo insomma nella scontata confusione della più classica resa dei conti che riguarda, a questo punto, tutto e tutti.