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Il Terzo Polo corteggia il Pdl

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Ilprimo cittadino, sostenuto da Pd, Sel, Idv e una lista civica, pensava di avere la vittoria in mano al primo turno e invece ha incassato il 43,51% dei voti che hanno decretato il ballottaggio col candidato Di Felice. Quest'ultimo è sostenuto da tre liste civiche, Udc e Fli, che ha chiuso la prima tornata con il 38,31%. Di certo il Pd, rimasto in pole position con il 21,46%, rappresenta il partito più radicato ad Ariccia. Il clamoroso flop lo ha incassato il candidato del Pdl e La destra, Pierluigi Fortini, che col 13,47& ha fatto registrare il minimo storico del Pdl ad Ariccia. La Destra in questo caso non ha apportato alcun contributo se non di un irrisorio 0,57%, esattamente 61 voti rispetto ai 1.359 dell'intero Pdl. A poco, dunque, è servito il massimo impegno che l'assessore regionale all'Ambiente Marco Mattei ha messo in questa campagna elettorale, portandosi in piazza, per gli ultimi tiri di schioppo, anche affianco del presidente della Regione Renata Polverini che ai Castelli ha dovuto far fronte a comizi difficili e contrastati con insulti dai provocatori della sinistra, come è accaduto nella vicina Genzano. La stessa cosa è accaduta al ministro della Gioventù Giorgia Meloni aveva speso parole incisive per il candidato azzurro. C'è da dire però, che il 13,47% di Fortini farà da ago della bilancia nel ballottaggio il prossimo 28 e 29 maggio. Date in cui i due candidati auspicano di vedere un'affluenza maggiore rispetto alla prima tornata elettorale, attestatasi al 76,19% contro il 78,47 delle precedenti elezioni, per una città di circa 18.500 abitanti di cui 15.478 elettori. Nei fatti, i moderati sono usciti vincenti da queste elezioni. Da sola l'Udc ha contribuito a portare al ballottaggio di Felice con il 9,03% dei voti, sebbene il paniere più alto sia stato rappresentato dalla stessa lista del candidato del Terzo polo, «Patto sociale» che ha riscosso il 12,91%. «Noi dialoghiamo con tutte le persone perbene – ha detto Di Felice - non faremo come l'attuale sindaco uscente Emilio Cianfanelli che ha cercato accordi con Tomboletti de La Destra alla prima tornata elettorale, tant'è vero che Tomboletti non si è neanche candidato da coordinatore nella lista che sosteneva Fortini. Cianfanelli sta cercando adesso accordi sottobanco con qualche esponente di centrodestra, ma credo non gli riuscirà perché il personaggio è noto a tutti. Valuteremo il da farsi, tutto passerà attraverso accordi programmatici e non di potere come quelli messi in campo da Cianfanelli che per perpetuarsi al dominio, ha cambiato coalizioni e casacche politiche da 35 anni a questa parte, cominciando a navigare all'interno della balena bianca, cioè la Democrazia Cristiana». Per Di Felice, dunque il sindaco Cianfanelli rappresenterebbe una lontanissima era geologica della politica, mentre confida invece nel consigliere di opposizione Fortini verso il quale Di Felice, rinnova attestati di stima anche per via del reciproco rispetto dei toni in campagna elettorale. A rimanere in silenzio, per il momento è proprio Fortini che intanto insieme al suo partito ragiona sugli errori commessi. Nessun commento ancora, anche da parte dell'attuale primo cittadino ricandidato. Chi. Rai

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