Bipartitismo addio, è l'ora delle alleanze
L'analisi più lucida (e vera) l'ha fatta, non a caso, il sindaco Alemanno in tarda serata. Quando, al di là del solito spot «abbiamo vinto» recitato da tutti, si delineava un risultato non entusiasmante per il centrodestra. Qualche ora prima aveva salutato con entusiasmo l'apertura di autorevoli esponenti del Terzo Polo, poi l'affondo: «Finito il ballottaggio, sarà il momento per il centrodestra di capire cosa vuole fare da grande, secondo me questa è una decisione che va presa attraverso i congressi. Scontiamo in questi risultati non entusiasmanti il non aver fatto congressi e non avere una classe dirigente periferica - ha aggiunto Alemanno - legittimata dal voto dei congressi, in grado di scegliere in maniera oculata diversi candidati». In effetti il Pdl non ce l'ha fa, non a Latina, non a Pomezia, non a Ciampino, non ad Anguillara e, nella sola Provincia di Roma, il centrosinistra riesce a «strapparle» sette comuni. Gongola Nicola Zingaretti nell'annunciare le sette conquiste. Ma è un gongolìo che dura poco. Basta leggere con attenzione le dichiarazioni del vicepresidente della giunta regionale dell'Udc, Luciano Ciocchetti per rendersi conto che nella maggior parte dei casi si tratta di sindaci dell'Udc appoggiati dal centrosinistra. E già, perché anche il Pd da solo non sembra in grado di andare lontano. Di fatto, queste amministrative, hanno confermato ancora una volta che il sistema dei due grandi partiti non funziona più. Lo sa bene la Polverini che se festeggia il successo della sua lista «Città Nuove» nelle province di Rieti e Latina, non può sorridere per quella di Roma. Un'analisi quella delle amministrative nel Lazio e, soprattutto, nella Provincia di Roma destinata a stabilire le alleanze per la sfida più importante, quella per la Capitale nel 2013. Due anni dal voto in «politichese» si dimezzano a uno. In altre parole scatta l'ora delle trattative per stabilire quella rete di alleanze che significa vittoria o sconfitta. Per questo le parole di Alemanno, al quale passa ora il «cerino» assumono una luce diversa. Apertura quindi al Terzo Polo, in particolare all'Udc che continua a mostrarsi decisivo in più di una sfida elettorale. Il «corteggiamento» ai centristi però arriva anche dal Pd che, non a caso, porta a casa qualche comune in più proprio grazie a loro. Così, il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti prima si lascia a un timido commento sul calo dell'affluenza giudicandolo «una sconfitta». Poi in serata si «riprende» e commenta con entusiasmo i primi risultati. «Dai primi, positivi, risultati di questa tornata elettorale nei comuni della Provincia di Roma emerge un dato chiarissimo - dice il presidente della Provincia - anche qui, come in Italia, vince la voglia di cambiare, la capacità di intercettare una volontà di innovazione che oggi è molto sentita e diffusa nella nostra società. Si affermano, ovunque, la credibilità e le idee dei candidati più capaci di consolidare un rapporto con i cittadini dentro un quadro unitario e costruttivo». A ben guardare però le trattative per le alleanze future per la «conquista» della Capitale si prospettano più complesse proprio per il Pd. Per tre validi motivi: la crescita di consenso, anche a livello nazionale, di Sinistra Ecologia e Libertà in grado di esprimere candidati di prima linea e che certamente chiederà almeno la poltrona da vicesindaco; non da meno l'Italia dei Valori, che continua a mietere consenso. Due forze politiche a sinistra che mal si concilierebbero con il Terzo Polo, o meglio con Udc e Fli. Ad avere più problemi i centristi, che governando in Regione con il Pdl e la Polverini, avrebbero qualche difficoltà a far passare agli elettori un'alleanza nella Capitale con il centrosinistra. In ballo, tuttavia c'entra a pieno titolo anche la poltrona di palazzo Valentini. Una carta che il Pd può spendersi sia con l'Udc sia con il partito di Vendola. Tutti poi dovranno fare i conti con la governatrice. A Campagnano e a Pomezia, la lista di riferimento della Polverini, Città Nuove, non ha sfondato. Nel primo caso l'appoggio al centrodestra non è servito a conquistare il comune, nel secondo lo «scontro» diretto col candidato del Pdl si è concluso con una sonora sconfitta per la candidata della presidente del Lazio che, comunque, ha dimostrato fuori dall'hinterland capitolino di pesare non poco. I risultati di lista si avranno comunque oggi. Resta il dato squisitamente politico di un centrodestra e di un centrosinistra che non potranno mai trasformarsi in Pdl e Pd. L'unico vero sconfitto da queste elezioni di medio termine per le realtà locali è il bipartitismo. E da qui i dirigenti di tutti i partiti dovranno partire per costruire la sfida del 2013 che per il centrodestra significa riconfermare la guida della Capitale, per il centrosinistra riprendersela. Entrambi giocheranno il tutto per tutto.