Ballottaggi, Montino: allearsi con Renata si può
Ipotizzare un'alleanza tra il Partito democratico e i candidati di Città Nuove della governatrice Polverini non è un'utopia. Il capogruppo Pd in Consiglio regionale Esterino Montino non preclude alcuna strada per i ballottaggi: «Sceglieremo nel merito delle questioni senza pregiudizi. La priorità è sempre vincere o far perdere il centrodestra a Terracina, Sora e Pomezia. Un accordo con Città Nuove non sarebbe scandaloso e non pregiudicherebbe il nostro ruolo di opposizione alla Pisana. Saremo comunque critici sulla sanità e sul piano casa così come concepito, per il quale continueremo a fare ostruzionismo. Ma siamo un'opposizione di governo e di qualità: il nostro compito è evidenziare le spaccature in una maggioranza che in Regione non esiste più». Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto alle amministrative? «Il bicchiere si sta riempiendo. Abbiamo perso dov'eravamo divisi e abbiamo vinto dov'eravamo compatti come Pd e alleati con l'Udc». Si potevano evitare le divisioni? Molti accusano Leodori, Carella e Astorre. «Il problema non è l'assenza di leadership. Leodori è una persona di equilibrio e sta facendo un gran lavoro. Zingaretti ha fatto bene a non calarsi nella scelta dei candidati. Le divisioni si sono verificate dove da tempo s'è consumata una spaccatura locale. Si tratta di scontri tra gruppi dirigenti locali per motivi spesso personali. L'elettorato non lo capisce, così come non capisce quando andiamo divisi come coalizione: in questo caso scompariamo, come a Sora. Bisogna fermare i personalismi e la logica frazionistica e di scontro perenne per fare carriera. Mancano spirito di appartenenza e rigore. Sogno il centralismo democratico. Ma quei tempi sono finiti». Non limiterà i problemi del Pd a personalismi locali? «Problemi ce ne sono. Non è facile tenere unito un partito nuovo con regole nuove. C'è bisogno di equilibrio, servono senso di responsabilità e appartenenza a tutti i livelli. Serve uno sforzo dei gruppi dirigenti. C'è bisogno di atti di generosità e non di prepotenze. Insomma, serve un clima nuovo perché il Pd dev'essere il partito dell'unità». Molti problemi sonosorti a causa del mancato ricorso alle primarie nelle scelte dei candidati. Primarie che in molti invocano. Che posizione ha al riguardo? «Siamo l'unico partito che le ha introdotte e questo è un bene. Possono essere uno strumento utilissimo. Ma dipende per fare cosa. Per scegliere il candidato della coalizione sicuramente. Ho qualche perplessità nel caso delle primarie per eleggere la dirigenza del partito. Credo sia meglio non usarle per una conta interna e limitarsi ad aprire una fase congressuale. In entrambi i casi, comunque, vanno regolamentate. Il problema è di metodo e va regolato». Cosa accadrà all'assemblea regionale del 24 giugno? Quanto incideranno le amministrative? «Una sconfitta avrebbe influito. Ma abbiamo vinto e ai ballottaggi possiamo trionfare, conquistando Mentana e riconfermandoci a Pomezia, Ariccia e Genzano. Sono fiducioso per il secondo turno. Per il segretario regionale dobbiamo trovare una soluzione adeguata e autorevole, anche perché a Roma e nel Lazio abbiamo spaccato il centrodestra e, in questo quadro instabile, dobbiamo infliggere il colpo mortale. Dobbiamo fare presto a individuare il nuovo gruppo dirigente regionale». Cosa pensa del Terzo Polo? «Non esiste. Il Terzo Polo è l'Udc che va meglio quando fa una scelta chiara e si schiera con noi, come dimostrano i casi di Ariccia e Mentana. Dobbiamo consolidare i rapporti in chiave 2013». Come giudica le mosse della Polverini? «Ha dovuto affrontare la crisi precipitosa del centrodestra e lo ha fatto rafforzandosi personalmente. È andata bene dove aveva candidati forti, come Sciscione e Di Stefano a Terracina e Sora. Tutto ciò dimostra che la coalizione di centrodestra è in profonda crisi e in Regione la maggioranza non esiste più».