Subiaco, un enfant prodige beffa gli ex An in guerra

Antonio Sbraga SUBIACO Ora dovrà aggiornare la sua tesi di laurea, aggiungendo il suo personalissimo, trionfante capitolo a quel titolo premonitore: «Elezioni e partiti a Subiaco 1946-2006». Perché, col nuovo mandato quinquennale assegnato ieri, Francesco Pelliccia è infatti stato eletto (con il 36,8% di preferenze pari a 2.346 voti), a soli 29 anni, nuovo sindaco di Subiaco, il più giovane della provincia romana. Ed ha vinto proprio contro tutti quei partiti che ha analizzato per scrivere la propria tesi di laurea in scienze politiche: la lista civica «Cittadini per Subiaco» è infatti arrivata prima delle altre 4 in gara, dove erano schierate le altre formazioni. A cominciare da Pd e Pdl, entrambi dilaniati da lotte intestine: dimissioni e direttivo spaccato fra i democratici, confluiti nella lista «Subiaco rinasce», appoggiata da La Destra, Psi e la componente pidiellina dell'ex consigliere regionale Tommaso Luzzi e del senatore Domenico Gramazio. Un'ala subito entrata in rotta di collisione con il resto del Pdl sull'uso del nome e del simbolo del partito, guidato dal coordinatore provinciale, l'assessore regionale ai Trasporti Francesco Lollobrigida, che ha formato la lista «Subiaco futura» con Udc, Pri, Mpa, Fiamma tricolore capeggiata dal preside 66enne Mario Segatori. Sia lui che il candidato di «Subiaco rinasce», il funzionario regionale 42enne Pier Paolo Scattone, sono stati distaccati di oltre 400 voti dal neo-sindaco Francesco Pelliccia. «Abbiamo sempre creduto nella vittoria, il dibattito politico cittadino era ormai scaduto in basso e la gente era stanca - commenta felice il nuovo primo cittadino - Grazie alla straordinaria partecipazione dei cittadini è stato possibile arrivare a questa svolta storica». Pelliccia è iscritto all'albo dei consulenti per l'ammodernamento delle pubbliche amministrazioni e collabora con la presidenza del Consiglio dei Ministri, nel Dipartimento della funzione pubblica, dove si occupa di semplificazione amministrativa. Dovrà occuparsene anche nel suo Comune, indebitato e già bacchettato nel referto sui bilanci deliberato dalla Corte dei Conti. Per risanare le casse comunali «potrebbe rendersi necessaria l'emissione dei Boc, i buoni ordinari del Comune - annuncia il nuovo sindaco - se sarà possibile, questa è la nostra proposta per il piano di rientro, insieme alla rinegoziazione dei mutui, la rimodulazione delle entrate e delle spese, con un modello di bilancio partecipativo che scelga di fare anche qualche alienazione. Anche perché il buco è stimato fra i 10 e i 12 milioni di euro».