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Ciampino, un plebiscito incorona Lupi

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Marco Caroni CIAMPINO Simone Lupi è il nuovo sindaco di Ciampino. L'ex assessore al Bilancio di Enrico Perandini conferma dunque il Comune nelle mani di un centrosinistra che non accusa alcuna deriva a destra come invece si era cercato di far intendere nei mesi passati. Lupi si impone sugli altri sei sfidanti, in una delle tornate elettorali più affollate di sempre, sfiorando il 60% dei consensi e segnando dunque un trionfo personale e del Pd. Lontanissimi gli avversari: Anna Rita Contestabile, candidato del Pdl, non riesce a raggiungere neanche il 30% e la delusione di chi aveva creduto che una candidatura in rosa potesse portare finalmente anche al cambio di colore in Comune è cocente. Alle urne si è recato il 72,89% degli aventi diritto, un dato in evidente calo di quasi tre punti rispetto a quello di cinque anni fa. L'impressione, a leggere i freddi numeri, è che la diaspora dei candidati abbia comunque accentuato il senso di disaffezione degli elettori ciampinesi alla politica. Operazioni di scrutinio molto a rilento nel comune aeroportuale: alle 22 di ieri sera erano state scrutinate appena la metà delle sezioni anche se da subito si era avuta netta la sensazione della vittoria al primo turno di Lupi. «Evidentemente - ha commentato il neo sindaco a caldo - i cittadini di Ciampino hanno voluto premiare i 18 anni di buon governo del centrosinistra. Sono molto contento e soddisfatto di quanto abbiamo fatto in questa campagna e, soprattutto, orgoglioso della fiducia che la gente ha riposto nella nostra coalizione». Facce scure, invece, in casa del centrodestra: a pesare sul voto, probabilmente, anche l'annosa questione del campo nomadi della Barbuta che il Campidoglio sta ampliando proprio a ridosso dell'abitato di Ciampino. E a nulla, evidentemente, è valsa la posizione ostile della Contestabile nei confronti del sindaco di Roma, Alemanno. Lontani gli altri candidati. Se, come detto, il centrodestra si è fermano ben sotto il 30% (ottenendo praticamente gli stessi voti ottenuti dal solo Partito democratico), molto più distanti gli altri cinque candidati. L'uomo della rottura di autunno, Elio Santoro (Italia dei Valori) si è fermato a ridosso del 4%: ancora più in basso gli altri, con Carmen De Sanctis al 3%, Alessandro Porchetta della Federazione della sinistra su quel 2,5% che è stato sostanzialmente anche il dato ottenuto dal candidato dell'Api, Sergio Pede. L'uomo di Fli, Massimo Zito, non è riuscito a superare la soglia del 2%. Tra i partiti, come detto, vince ampiamente il Pd, mentre il Pdl - che si conferma comunque seconda forza politica cittadina - non raggiunge neanche il 20%. «I cittadini - ha poi aggiunto Lupi - hanno voluto premiare la buona politica del centrosinistra e la coerenza delle posizioni che questa amministrazione ha sempre tenuto nelle questioni importanti». Eppure sulla riduzione dei voli dell'aeroporto e sul secco no all'ampliamento del campo nomadi, praticamente tutti i candidati si erano trovati d'accordo. Ciampino resta al centrosinistra esattamente dove è stato negli ultimi due decenni, confermando fiducia a una coalizione che pur senza Idv, Sinistra e Api, è stata giudicata affidabile e solida. E il dato uscito dall'urna sgombra il campo da ogni possibile dubbio al riguardo.

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