Sospesa nel vuoto dal compagno geloso e ubriaco
L'altrasera la brutta storia è finita: ricoverata e dimessa con alcuni giorni di prognosi dal policlinico Umberto I, la giovane si è presentata al Commissariato San Basilio di Adriano Lauro raccontando la storiaccia aghli agenti della squadra giudiziaria, terminata con l'arresto di L.M., un tossicodipendente, senza lavoro, che con la ragazza aveva occupato un appartamento a viale Palmiro Togliatti. L'incontro tra i due risale a circa otto mesi fa, in un locale della zona. I due si conoscono, lui (padre di due figli, seperato) si mostra affabile, gentile e premuroso. Le dice che può aiutarla a trovare un posto di lavoro: quand capita la giovane fa l'hotess a fiere e convegni. Insomma, l'uomo mostra di sé il volto migliore dietro al quale si cela un'altra persona, vittima di sostanze stupefacenti e alcol, soggetto a sbalzi di umore, a paranoie che possono dare sfogo a gesti violenti. Il rapporto tra i due diventa più stretto, tanto che un giorno lui le propone di occupare un appartamento in zona viale Palmiro Togliatti. Diventerà un inferno. Lui comincia a mostrarsi aggressivo, minaccioso, quasi ossessivo, con continue telefonate e scenate. Addirittura, dopo averla avvicinata con la scua di trovarle un'occupazione finisce per impedirle di lavorare, altrimenti stringerebbe rapporti con altri. La ragazza non ci sta. Lo lascia. Se ne va. L'uomo però non molla e recita il copione di ogni innamorato che non vuole che la storia finisca. La ricontatta, vuole farsi perdonare, dice di essere stressato dalla ex moglie, dai problemi che gli scaricano addosso, dice che non vuole perderla e non commetterà gli stessi errori. E invece il dramma si ripete l'altro ieri, quando lei prende la decisione definitiva. Assieme a un'amica, va nell'appartamento occupato a viale Togliatti, prende le sue cose e le porta via. Poi tutte e due vanno in un bar di Tor Cervara. Poco dopo si presenta anche L.M., è ubriaco. L'aggredisce verbalmente, le dice di tornare a casa. Dopo la sfuriata la ragazza pensa che le acque si siano calmate. Chiama un taxi per andarsene, ma L.M. si riaccende. Si avventa sul conducente, lo costringe ad andarsene obbligando lei a tornare a casa dove comincia il terrore. È il pomeriggio di mercoledì. Giunti nell'appartamento, lui la insulta, le toglie il telefono cellulare, la violenta, la spoglia spingendola dalla finestra al tredicesimo piano dove la poveretta rimane fuori fino al busto. È panico. Ma non è ancora finito. L'uomo la costringe a stare sdraiata sul pavimento, senza vestiti. Smaltita la sbornia, il giorno dopo L.M. la lascia andare. Lei corre dall'amica che l'aveva aiutata, va al pronto soccorso dell'Umberto I, e poi al Commissariato san Basilio. L'incubo è finito. L.M. è stato fermato con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Fab. Dic.