Gambizzano lui e il cagnolino
.La scena che si è svolta ieri mattina al Trullo, a casa di un pregiudicato romano, Andrea Bionci, 34 anni. Quattro i colpi di pistola esplosi con una calibro 7,65: uno ha centrato la vittima alla coscia sinistra spezzandogli il femore dov'è rimasta l'ogiva del proiettile, un altro ha ferito a una zampa il cane, un bastardino di piccola taglia, gli altri due sono rimbalzati sul pavimento. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo e della stazione Villa Bonelli, coordinati dal comandante della Compagnia Eur, il maggiore Rino Coppola. Alle 10,30 circa il malvivente è salito al secondo piano di una palazzina di tre, in un comprensorio al civico 131 di via Monte Cucco. Il portone era aperto. Arrivato davanti alla porta di casa ha suonato. «Io dormivo - ha detto la vittima ai militari - mi sono alzato, ho aperto e mi sono trovato davanti un tizio col volto coperto da passamontagna che ha cominciato a sparare». Il sicario non voleva uccidere, ha mirato alle gambe. Dopo il primo colpo alla coscia pare che il cane si sia in mezzo finendo sulla traiettoria del secondo proiettile che lo ha colpito di striscio. Dopo l'aggressore si è dato alla fuga mentre il tizio è rimasto a terra col femore spezzato dal proiettile. I vicini hanno dato l'allarme al 112, allertando pure il 118 che ha trasportato Bionci all'ospedale San Camillo dove è stato sottoposto a intervento chirugico per la rimozione del proiettile dall'osso della gamba. Le indagini sono solo all'inizio. Sembra che la vittima non sia molto collaborativa con gli investigatori. Un regolamento di conti? Uno sgarro? Sono ipotesi. Nel curriculum di Bionci c'è il coinvolgimento in una recente inchiesta dei carabinieri di Villa Bonelli sullo spaccio di droga al Trullo. Nel luglio di quell'anno il giudice ha ordinato quattro arresti indagando altri sei soggetti, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti. Secondo gli inquirenti, si radunavano nei pressi del «Cancellone», luogo di ritrovo dei giovani che abitano nelle case popolari della zona. I carabinieri, appostati e nascosti per giorni, hanno filmato e fotografato tutte le mosse degli spacciatori, tanto da ricostruire le dinamiche dell'attività criminale e la gerarchia all'interno del gruppo del quale facevano parte anche alcune ragazze.