Il lungo braccio di ferro tra commercianti e Municipio
.Materia del contendere le occupazioni di suolo pubblico e la realizzazione di strutture inamovibili da parte di alcuni ristoranti. I riscontri dei vigili urbani parlano di 23 situazioni irregolari. A marzo del 2008 scattano le prime diffide a proseguire i lavori, anche se i manufatti erano stati realizzati, in alcuni casi, da anni. Sono destinate a 9 esercizi commerciali dei 23 iniziali. Le diffide prevedono 45 giorni entro cui mettersi in regola. Burocrazia vorrebbe che il passo successivo sia un'ordinanza di demolizione e la revoca della concessione per l'occupazione del suolo pubblico. Un iter che verrà avviato solo a gennaio 2011. Intanto passano due anni durante i quali non accade nulla. A marzo del 2010 l'ufficio tecnico del Municipio ci riprova e partono 4 nuove ingiunzioni di sospensione lavori. I 4 destinatari sono 4 dei 9 già avvisati nel 2008. Si tratta dei ristoranti Celestina e Grande Black, la tavola calda Gargani e il bar Il Cigno. Passano i soliti 45 giorni e poi, a dicembre, per i 4 scattano le ordinanze di demolizione. Come quella inviata il 9 dicembre 2010 a Celestina, che farà ricorso al Tribunale amministrativo. E Celestina, nonostante abbia autorizzazioni risalenti al 1966, non passa l'esame del Tar, che il 10 marzo boccia il ricorso. Proprio il giorno prima, l'ufficio tecnico nega alla società che gestisce il ristorante l'occupazione di suolo pubblico permanente. Il 26 aprile è lo stesso comandante del II Gruppo della Municipale, Maurizio Sozi, a scrivere che quella determinazione dirigenziale, non è mai arrivata sulla sua scrivania. Eppure il 15 aprile il direttore generale dell'ufficio tecnico invitava l'avvocaura comunale e il comandante Sozi a «porre in essere, con urgenza, dopo la sentenza del Tar, i consequenziali atti di competenza». Mentre è il capo dell'Avvocatura del Comune, scrivendo agli uffici del Municipio sul caso, a sollecitarli: «Stavolta l'Amministrazione non si arresti e prosegua nell'adozione degli atti dovuti». Ma già si parlava di trasformare viale Parioli nella nuova via Veneto. In Procura, intanto, si indaga per abuso d'ufficio.