«Basta aggiungere un telo di plastica per essere in difetto, oggi deve essere di tela grezza» dice l'architetto Daniele Scagnoli, proprietario del bar-pasticceria Il Cigno e Il Brutto Anatroccolo
Elui, che è, e fa l'architetto, è il padre del progetto di riqualificazione di viale Parioli, condiviso con gli esercenti della strada, presentato nell'era Veltroni, nel 2007, «per sanare - dice - le deficienze amministrative per difformità legislative stratificatesi nel tempo». Ma «dopo 50-60 anni - si chiede Scagnoli - chi vanno a prendere di petto?». L'unica è risanare. Ecco perché il progetto di una via Veneto a viale Parioli è stato riproposto alla presidente del II Municipio Sara De Angelis. E l'assessore al Commercio Davide Bordoni se ne stava interessando. «Ma con questo polverone - spiega Francesca Mori, moglie del proprietario del Caminetto, Fabrizio Santucci - il progetto per uniformare le verande e dargli un carattere rischia di restare al palo». Come i box interrati previsti nel piano degli esercenti, in un quartiere assediato da sosta selvaggia: a viale della Moschea, sotto una nuova sede dei vigili urbani (oggi sono nei container), e a piazza Santiago del Cile. I ristoratori sono pronti a sganciare. «Rifaremo a spese nostre verande e marciapiedi - dice Angela Grignaffini, una delle titolari di Celestina - ma devono autorizzarci prima di buttarle giù». E gli abusi? «Non ce ne sono» per gli esercenti nel viale di ristoranti famoso nel mondo. E dove, come nel caso di Celestina, il ristorante è sorto prima dei palazzi, nel 1926. E ha la veranda dal 1964. «Capisco i residenti - dice Grignaffini - ma chi ha comprato una casa qui sapeva che c'era la veranda». Una struttura, 20 medri quadri circa, che sarebbe rimasta come 47 anni prima. «Con la stessa pedana di ferro di allora, smontabile, i requisiti richiesti dal XV dipartimento nel '64 come conferma la perizia di una settimana fa - dice - è solo abbellita». Ristoratori e bar pagano regolarmente l'occupazione di suolo pubblico. Anche se «gli ultimi rinnovi risalgono al 2001» ricorda Scagnoli. «Ma ci inviano i bollettini con l'importo prestampato». E le misure dei gazebo? Le stesse. I controlli dei vigili urbani, sostiene Grignaffini «hanno rilevato che anche i metri quadri sono gli stessi». Ma la faccia è persa. «Siamo sconvolti per questo. Abbiamo già parlato col nostro avvocato» minacciano querela dal Caminetto. «La nostra veranda è la stessa dal 1959, regolari anche i posti a sedere fuori».