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Giulia Bianconi Nel pronto soccorso dell'ospedale San Camillo ci sono 15 posti letto disponibili da gennaio e mai utilizzati.

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Iposti potrebbero servire ad arginare il numero di pazienti, tra i 20 e i 25, che attendono nelle sale interne del primo intervento anche tre giorni prima di trovare un posto libero in reparto. E, invece, le due stanze al primo piano che li ospitano sono chiuse da cinque mesi. E chissà se mai apriranno. I 15 posti dovrebbero servire per l'osservazione breve. Sono stati studiati per pazienti da ricovero per un massimo di 72 ore. Ma soprattutto per fronteggiare il numero crescente di utenti che giornalmente arriva al pronto soccorso. Cifra che è aumentata da quando è stato chiuso quello dell'ospedale Cto della Garbatella, incrementando la situazione di emergenza nel nosocomio di Monteverde. Negli ultimi mesi al San Camillo da 190 pazienti si è passati a 250 al giorno. Nell'area interna al pronto soccorso si può arrivare anche a 90 utenti contemporaneamente, mentre nelle ore notturne il massimo è 35 persone. Se da una parte il numero dei pazienti è aumentato, dall'altra quello del personale medico e infermieristico è rimasto lo stesso. Nel pronto soccorso lavorano 19 medici e 75 infermieri divisi su tre turni. Ogni giorno devono fronteggiare più di un'emergenza. Lo scorso lunedì, ad esempio, ci sono stati quattro casi di infarto. «Andando avanti così, si rischia di rimandare a casa i pazienti» dicono dal pronto soccorso. Da parte del personale medico e infermieristico la paura é proprio quella di arrivare a dire agli utenti di non poter far più entrare nessuno. «Ormai è diventato complicato soprattutto assistere le persone sopra i sessant'anni che, non avendo servizi sanitari adeguati sul territorio, chiedono aiuto in ospedale». Un rimedio ci sarebbe per chi lavora al pronto soccorso. Ossia «sbloccare i turnover previsti dalla Regione e provvedere all'assunzione di nuovo personale. C'è bisogno di medici e infermieri. La situazione è a rischio già oggi, visto il numero crescente di utenti. Casi di neoplasia o infarto non possono aspettare». Con l'avvicinarsi dell'estate la criticità in pronto soccorso potrebbe peggiorare. Già a partire da giugno, quando il personale inizierà ad andare in ferie.

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