Gazzè non canta più: vietato il concerto Pd
"Una musica può fare, salvarti sull'orlo del precipizio", cantava Max Gazzè. Di sicuro c'è una cosa che la sua musica non potrà fare: riecheggiare in piazza ad Anguillara. Il Pd aveva chiamato il cantante romano a chiudere la campagna elettorale di Francesco Pizzorno. Il candidato del Pdl e sindaco facente funzioni uscente, Stefano Paolessi, martedì ha emanato un'ordinanza molto chiara: «Non sono consentite manifestazioni folkloristiche, musicali a carattere politico nelle giornate dedicate ai comizi elettorali onde evitare che dette manifestazioni interferiscano in maniera significativa con questi ultimi». Quindi Max Gazzè, che sarebbe dovuto salire sul palco proprio domani, al termine del comizio di Pizzorno in piazza del Molo, dovrà restarsene a Roma. Il Pd insorge: «È vergognoso, l'ordinanza va ritirata». C'è addirittura chi si è spinto a chiedere l'intervento di Maroni. Il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, infatti, ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, «sicuro che interverrà immediatamente e con serietà per sanare una violazione dei diritti inammissibile in democrazia». Il diritto allo svago va difeso. Il vicepresidente del Consiglio regionale Bruno Astorre (Pd) la definisce un'«ordinanza folle». I consiglieri provinciali Pd, Emiliano Minnucci e Paolo Bianchini, hanno preso carta e penna per chiedere «al Comune di Anguillara di fare subito marcia indietro, si vuole impedire al centrosinistra di fare campagna elettorale». Il candidato del Pdl lo ritiene «un attacco vergognoso e assurdo». Poi rilancia: «La politica è una cosa, ballerini e cantanti un'altra. Io nel mio comizio parlerò di ciò che interessa veramente ai cittadini, mentre non credo che Gazzè possa risolvere i problemi di Anguillara». Paolessi è sbalordito: «Fino ad ora il centrosinistra non ha inoltrato alcuna richiesta per fare un concerto che, tra l'altro, non c'entra nulla con un comizio elettorale. Comunque dovevano fare richiesta all'ufficio Attività produttive e Commercio. Forse si sono dimenticati di farla». E se la richiesta dovesse arrivare oggi? «In quel caso dovrei valutare le condizioni di sicurezza assieme a vigili e carabinieri. Se la valutazione fosse positiva l'autorizzerei», assicura Paolessi. In realtà, il Pd la richiesta l'ha fatta. È stata protocollata ieri. Lo stesso giorno dell'ordinanza. Ma non si parla di concerto, bensì di una serata inframezzata da intrattenimento musicale fino alle 24 con una durata di tre ore. Il problema sta tutto qui. Il 28 marzo scorso, infatti, le forze politiche avevano sottoscritto un protocollo d'intesa per fissare le regole della campagna elettorale. In questo accordo è stato stabilito che i comizi non durino più di un'ora e mezzo. Un'altra ora e mezzo per far suonare Gazzè, quindi non è permessa. «Se poi, al posto del comizio, il Pd vuol fare solo musica, sono liberi di farlo», dice sarcastico Paolessi. Il rivale Pizzorno dichiara battaglia: «Mi sembra alquanto strano che Paolessi faccia un'ordinanza che vieta eventi musicali lo stesso giorno in cui gli abbiamo detto che avevamo invitato Gazzè. La realtà è che pensavano venisse un cantante sfigatello, quando hanno capito che invece arrivava qualcuno in grado di richiamare gente hanno tirato fuori l'ordinanza». Il candidato del centrosinistra ammette di aver chiesto un comizio-concerto di tre ore: «Se non ce le vogliono dare, accettiamo anche un'ora e mezzo, vuol dire che Gazzè suonerà meno. Comunque, nel protocollo non si parlava affatto di permessi per fare musica. Nelle campagne elettorali ci sono sempre stati artisti che si esibiscono». Il dubbio, comunque, resta. Gazzè suonerà sul lago? Pizzorno assicura: «Verrà lo stesso, ordinanza o non ordinanza».