Roma non ci casca
A Roma la terra ieri non ha tremato ma in Spagna sì. Intorno alle 19 ha tremato forte e ha fatto dieci vittime e danni. È successo, ieri sera, nella Spagna del sud-est. Due scosse (la prima di 4,5 e la seconda di 5,3) hanno colpito la città di Lorca, zona dell'epicentro, nella Murcia, provocando la morte di almeno sette persone. L'Istituto Geografico nazionale spagnolo (Ign) ha subito dato l'allarme: si temono altre scosse anche più forti. La popolazione di Lorca ha dormito fuori, nei cortili delle scuole e nelle piazze. Il premier Zapatero ha inviato l'esercito (l'Unità militare d'emergenza) nell'area interessata dal terremoto che è una zona sismica ma abitualmente non si verificano scosse di tale ampiezza. Niente a che vedere con la bufala sismica che ha tenuto banco, soprattutto sul web, ieri nella capitale. Luigi Cucci, geologo dell'Ingv conferma: «Non c'è nessuna connessione tra il terremoto spagnolo e la bufala romana». Il sindaco Gianni Alemanno, comunque, conosce i suoi cittadini. Lui lo sapeva già che la giornata della grande paura con la fuga «preventiva» di massa dalla città in preda al terremoto non ci sarebbe stata. Alla vigilia della bufala sismica aveva intimito: «Romani andate a lavorare» e ieri mattina quando ormai era evidente che i romani non avevano «abboccato» ha commentato: «I romani sono troppi seri e scafati per farsi prendere da queste sciocchezze. Tra l'altro non ci sono carte, non c'è alcuna evidenza nelle carte è solo una cosa mediatica che è rimbalzato di sito in sito e che non ha fondamento». E poi «Tranquilli è tutto a posto». Non tutti sono stati tranquilli. Anche perché quando alle cinque del mattino (girava voce nottetempo che l'evento sismico si sarebbe verificato all'alba) era ancora tutto in piedi i più preoccupati hanno cominciato a innervosirsi. E così più di uno ha chiamato allo 060606, il numero verde del Comune e della Protezione Civile per chiedere: «Allora a che ora è previsto questo terremoto?». Centinaia di telefonate ad alto tasso ansiogeno. Sul web, intanto, le panzane si accavallavano l'una con l'altra. Già intorno alle 7.30 s'era sparsa la notizia che il tasso di radioattività a Roma s'era notevolmente alzato. Poi l'ora X è stata spostata alle 16.40. E c'è pure chi ha fatto il conto alla rovescia (meno 4, meno 3 ecc.) a partire dalle 16.36. Man mano che le ore passavano (e non succedeva nulla) i catastrofisti si intristivano: «Ma oggi non doveva esserci un terremoto devastante che avrebbe raso al suolo Roma? Mi chiedo stanotte che ho dormito a fare al Circo Massimo con altri 400 romani» scriveva Madonna59. E già perché c'è stato un manipolo di eroi che muniti di sacco a pelo, candele e qualche altro oggetto apotropaico intorno alla mezzanote si sarebbero dati appuntamento nel grande prato ellittico per riti propiziatori anti-sisma. Insomma dopo il sacro (la grande veglia per Wojtyla beato) il Circo Massimo ha ospitato pure il profano. Anzi cialtronismo. Tanto di cappello, poi, Nicola Niceforo, 56 anni, custode del Dipartimento di Scienze della Terra alla Sapienza, che ha avuto il coraggio di confessare d'aver passato la notte insieme alla famiglia dentro la macchina al Gianicolo. «Ricordo il terremoto dell'Aquila - ha detto il custode - quella notte uscimmo subito fuori casa ed andammo nei prati dell'università. Mia moglie purtroppo è malata di cuore. E non voglio rischiare che succeda qualcosa alla mia famiglia». Comunque, in generale, la città ha mostrato nervi saldi, ironia e pure un pizzico di intelligente spavalderia. Ieri mattina nelle ville della città non c'erano bivacchi di cittadini impauriti in attesa del sisma. E se alcune mamme hanno preferito tenersi a casa i figli, nelle scuole non si sono registrate impennate di assenze ingiustificate. I vuoti furono vistosi, invece, i giorni immediatamente successivi al sisma aquilano. Boom di visite, almeno duemila, anche all'Open day organizzato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ironia della sorte: la terra sotto il suolo italico ha tremato ieri circa trentasette volte. Nella zona dell'Etna la scossa più forte 3.2 di magnitudo, altre a Perugia, in Calabria e in Abruzzo. Nessuna nel Lazio. In sala sismica a fare domande agli esperti nonni, mamme con bambini, scolaresche con insegnanti. I cinesi all'Esquilino hanno onorato la grande paura: la serrata di negozi c'è stata davvero. E con la scusa della fifa, comunque, almeno il 20% dei romani è andato in ferie.