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San Raffaele a rischio chiusura, Polverini scrive al Prefetto

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«In relazione alle note vicende che stanno interessando il gruppo San Raffaele Spa, che destano serie preoccupazioni in ordine al mantenimento della base occupazionale, del patrimonio tecnico-scientifico acquisito negli anni - si legge nella lettera inviata dalla POlverini al prefetto di Roma- e alla tutela dei livelli essenziali di assistenza che esigono la salvaguardia della continuità delle terapie mediche e riabilitati somministrate agli assistiti, costituiti nella maggior parte da bambini ed anziani, sono a richiedere un incontro urgente nel quale poter con maggiore compiutezza relazionarla sulle iniziative di carattere amministrativo che la Regione ha già messo in campo, e quelle in fase di definizione». «In tale contesto - si legge ancora nella lettera - è utile evidenziare le difficoltà che stiamo incontrando nell'attuazione di diversi provvedimenti, alcuni addirittura derivanti da sentenze passate in giudicato e da conseguenti decreti di commissari "ad acta", che nel rispetto delle norme e dei regolamenti vigenti avevano lo scopo di risolvere l'attuale fase di particolare difficoltà finanziaria del gruppo San Raffaele». «Apprezziamo gli sforzi della Regione. La continuità delle cure è un principio-guida» ha detto Alessandro Peru dell'associazione Arca di noi altri (associazione dei genitori dei bimbi disabili). Nella vicenda del San Raffaele, spiega Alessandro Castellana, del comitato per la difesa del S. Raffaele, «sono coinvolti 3.000 lavoratori compresi i contratti atipici, più l'indotto. Ci sono 2300 ricoverati e 5.000 utenti che ogni giorno si rivolgono ai nostri ambulatori». «Questo mese c'è un forte ritardo del pagamento dello stipendio e forse non arriverà - ha aggiunto - Il gruppo piuttosto che interrompere l'assistenza e fare danni alla salute preferisce, come estrema soluzione, di cessare l'attività. È ovvio che questo non è l'auspicio». G. M. C.

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