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Nel nuovo sito camion e bulldozer a lavoro

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Viene chiamata Testa di Cane, perché sulle mappe catastali ricorda la forma di un animale. Una ventina di ettari di terra, una piccola valle che sorge sotto le montagne della discarica di Malagrotta, che somigliano sempre di più, anno dopo anno, ai grattacieli di mondezza del cartone animato «Wall-e». Un ritaglio d'erba e cave che sta diventando il fulcro delle battaglie dei cittadini della zona, perché è qui che potrebbe sorgere Malagrotta-bis. Non è facile nemmeno arrivarci. Passando per via Tullio Ascarelli, quartiere Casal Lumbroso, si giunge allo splendido Bosco della Massimina, parco artificiale, piantato proprio per «regalare» un po' di verde alla comunità, in cambio dei rifiuti. Alle spalle di lecci e ulivi dovrebbe aprirsi il nuovo lotto. Un paio di camion fanno avanti e indietro sulla collina, mentre una ruspa sembra al lavoro, in fondo alla valle, per spianare il terreno. E sono proprio questi sospetti movimenti a preoccupare i residenti. «Siamo stanchi di essere la pattumiera di Roma, ci batteremo strenuamente per evitare che anche a Testa di Cane arrivino i rifiuti – sottolinea Giada Pittino del Comitato Cittadini Pisana-Valle Galeria, tutte località con vista sull'"Ottavo Colle" di Roma - Prima ci impongono una discarica che doveva chiudere dieci anni fa e che invece è stata ampliata, poi mettono nella lista degli orrori Monti dell'Ortaccio e Testa di Cane come possibili ulteriori siti. Ci sembra che questo quartiere abbia già dato troppo. Vorrei ricordare inoltre che la valletta a ridosso di Malagrotta non può, per legge, accogliere alcune tipologie di rifiuti. L'incavo di Testa di Cane infatti (ad uso della Giovi srl, società che gestisce Malagrotta, ndr), sarebbe destinata solo ad accogliere le "scorie vetrificate" provenienti dal vicino gassificatore, perché situata nel raggio di un chilometro dalle abitazioni. Quindi niente immondizia vicino a case e parchi». Visto che risposte certe sull'individuazione dei siti non arrivano, il Comitato cittadino ha già indetto, per il 31 maggio, un sit-in di protesta alle 17 sotto la sede della Regione in via Cristoforo Colombo. Al grido di «Uniti per vincere la sfida delle discariche» e anche per chiedere che fine abbiano fatto i fondi sul rimboschimento dell'area, circa 12 milioni di euro promessi, ma mai arrivati. «Dalla Regione continuano a giungerci rassicurazioni – aggiunge Sergio Apollonio, storico presidente del Comitato Malagrotta - e noi vorremo tanto credere alla presidente Renata Poverini, quando promette che Testa di Cane non è inclusa tra i siti per nuove discariche. Ci sono quasi venti comitati cittadini pronti a scendere in piazza». Intanto le ruspe sono al lavoro. La società che gestisce il sito ha una vecchia concessione della Regione per una piccola discarica destinata a ospitare inerti e compost.

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