La location del concertone divide il Pdl capitolino
.Dopo le polemiche dei giorni scorsi sui disagi provocati ai residenti e, soprattutto, al mancato pagamento da parte dei sindacati della pulizia straordinaria dell'Ama delle aree interessate all'evento, si è passati dalle parole ai fatti. Peccato si sia fatto separatamente. All'annunciata mozione del consigliere Antonino Torre (Lista civica Alemanno), appoggiata dai consiglieri di Laboratorio Roma (sempre Pdl) e dal capogruppo Luca Gramazio, che chiede il trasferimento del concertone a Tor Vergata, ne è comparsa un'altra a sorpresa da parte dei «rampelliani». Il testo presentato dai presidenti delle commissioni Cultura, Federico Mollicone, Ambiente, Andrea De Priamo e Patrimonio, Lavinia Mennuni chiede invece di prendere in considerazione il Circo Massimo come location alternativa a piazza San Giovanni e si chiede al sindaco di «richiedere agli organizzatori del concertone del Primo maggio il pagamento dei costi sostenuti per la pulizia straordinaria e per il ripristino dei luoghi». Non solo, nella mozione dei rampelliani si auspica la sottoscrizione «di un protocollo di intesa tra Roma Capitale e la Rai, che stabilisca il principio secondo cui il versamento dei diritti televisivi (pari a circa 710mila euro) sia vincolato alla presentazione da parte degli organizzatori dell'avvenuto pagamento dei costi di servizio». Intanto si muove anche il presidente della commissione Bilancio, sempre Pdl, Federico Guidi: Darò indirizzo alle aziende e al Gabinetto del sindaco perché siano gli organizzatori a pagare i costi del concertone del Primo Maggio che finora ha pagato il Campidoglio, a prescindere dal luogo nel quale si dovrà svolgere l'evento. Ai costi della pulizia poi vanno aggiunti quelli dei vigili urbani e dell'Atac». Alla difficoltà di spostare la storica location del concertone si aggiunge quella della guerra tra correnti. Anche se stavolta la soluzione potrebbe arrivare presto: unificare i testi dando Tor Vergata e Circo Massimo come alternative e lasciando poi l'eventuale scelta alla giunta capitolina.