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Boicottato il comizio della Meloni

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Una domenica difficile per il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che ha presenziato a due appuntamenti ai Castelli a sostegno dei candidati del Pdl, Pierluigi Fortini per Ariccia e Vittorio Barbaliscia aspirante sindaco di Genzano. Ad Ariccia tutto è filato più o meno liscio. A parte la presenza fastidiosa e continua degli spot elettorali dell'avversario di centrosinistra, l'attuale sindaco Emilio Cianfanelli, che venivano duffisi di continuo da un camioncino col megafono proprio durante il comizio a pochi metri dal Ministro che parlava con i cittadini. Giorgia era talmente tesa che ha rischiato di scivolare proprio mentre provava a salire gli scalini del podio per parlare. Poi il «fattaccio» si è consumato nella terra rossa genzanese alle 13 del pomeriggio per l'atteso aperitivo degli azzurri in piazza Frasconi. Una decina di estremisti di centrosinistra, forse di più, hanno insultato pesantemente il ministro appena scesa dalla macchina. La polizia di Genzano ha preso i nomi dei provocatori. La Meloni a quel punto si è diretta subito dentro il bar Nazionale che si affaccia sulla piazza. Dieci minuti di alta tensione nei quali la ministra è riuscita a dare sostegno al candidato Vittorio Barbaliscia. Ha tirato dritto come un treno in corsa Giorgia Meloni: «È ora di voltare pagina, bandire i sessantottini e premiare la meritocrazia giovanile», ha detto.

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