Il giudice rimette D'Artagnan in libertà
La legge non trattiene in carcere Roberto Cercelletta. È di nuovo libero il rastrellatore di monete di Fontana di Trevi, il D'Artagnan immortalato il 14 marzo dal giornalista delle «Iene» tv poi spinto in acqua dal fratello del quasi sessantenne pluriverbalizzato (585 multe da 160 euro mai pagate). Il giudice ha convalidato l'arresto per minacce, resistenza a pubblico ufficiale e procurato allarme, ma l'ha scarcerato rinviando il processo. Dopo lo scandalo esploso con la trasmissione tv, la sospensione dei tre vigili accusati di inerzia e il trasferimento del comandante del I Gruppo, l'altro giorno Cercelletta è tornato sul luogo del «delitto». È salito sulle sculture in marmo che ornano la celebre vasca ripetendo il copione autolesionista di sempre: tagliandosi con una lametta pancia e collo. Ma evitando di rastrellare le monete gettate nella fontana, dal 27 aprile dichiarate proprietà del Comune. Lo show ha richiamato la polizia municipale del neo comandante del I Gruppo Stefano Napoli e i poliziotti del Commissariato Trevi di Lorenzo Suraci: D'Artagnan è stato «rimosso» a forza dalla fontana e portato subito in carcere. Ma le manette non hanno tenuto. Nemmeno lo scandalo delle Iene pare che tenga. Il comandante del Corpo, Angelo Giuliani, ha detto che il filmato che ha decapitato Caioni «è un falso clamoroso». Il presidente del sindacato dei vigili, l'Arvu, prende la palla al balzo: «Allora il sindaco Alemanno revochi immediatamente la sospensione dei tre vigili e reintegri Caioni al I Gruppo».