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San Paolo, ricercatore assalito da una banda

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Carabinieri

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Trentacinque giorni di prognosi: una frattura allo zigomo, due al setto nasale e una frattura perioculare. Ricoverato in ospedale in attesa di essere operato. Sono le conseguenze dell'aggressione subita da un ragazzo romano di 30 anni ieri sera nel quartiere di San Paolo. L'aggressione è avvenuta intorno a mezzanotte in via Giustiniano Imperatore, e viene riferita da M. V. amico della vittima e uno dei primi soccorritori del ricercatore universitario: «Dopo una cena tra amici in un ristorante del quartiere ci siamo salutati, il mio amico si è avviato da solo a piedi verso casa, abita da sempre a San Paolo, quando un gruppo di quattro ragazzi su due motorini lo hanno intercettato e fermato». M. V. continua il racconto, che gli è stato riferito dall'aggredito: «I quattro scesi dal motorino con ancora i caschi indosso lo hanno fermato e gli hanno domandato se fosse un camerata. A quel punto - secondo la ricostruzione di M. V. - il ricercatore, impaurito ha risposto »sono come voi«. Ricevuta questa prima risposta è stata posta al giovane una seconda domanda: »di che brigata sei?« L'aggredito non ha risposto ed è stato così colpito in pieno volto con il casco e poi con calci e pugni. Tutto è durato un lasso di tempo molto breve». Solo dopo M. V. è stato raggiunto telefonicamente dall'aggredito che ha chiesto aiuto: «quando sono arrivato l'ho trovato in un lago di sangue e insieme al fratello lo abbiamo portato al pronto soccorso. Qui abbiamo sporto denuncia contro ignoti, partita d'uffico dal posto di polizia del pronto soccorso. Non fa politica, solo volontariato aveva con sé il portafogli, l'Iphone ma non è stato derubato di nulla. Non abbiamo avuto diverbi con nessuno durante la serata. È stato un gesto di violenza fine a se stessa. È stato come Arancia Meccanica». Alla domanda se l'aggredito fosse un assegnatario delle nuove case di via Giustiniano Imperatore M. V. ha risposto: «Assolutamente no. Conosco la vicenda del giorno della consegna delle chiavi ma non c'entra nulla».  

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