Amministrative a Pomezia, Caprasecca: non mi pento, una piazza per Benito
"Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi". Il motto del Duce, Caprasecca sembra averlo preso alla lettera: «Se eletto mi batterò per intitolare una piazza a Benito Mussolini». E a indietreggiare non ci pensa proprio: «La Polverini mi ha bacchettato giustamente. Ma non sono pentito di aver fatto i manifesti con il volto del Duce». Gianluca Caprasecca, 46 anni, imprenditore dell'Aloe Vera con una passione per la ristorazione, non rinnega il suo passato nel Movimento sociale italiano e non ce la fa proprio a fare mea culpa. Eppure i poster appesi a Pomezia con la faccia del Duce, il nome Caprasecca in stampatello e il simbolo della lista Città Nuove della Polverini, hanno scatenato un terremoto. La stessa governatrice si è «dissociata» e ha «condannato» i manifesti. Caprasecca, ma è proprio sicuro di voler intitolare una piazza a Mussolini? "Certo, penso sia un dovere intitolargli una piazza come fondatore della città di Pomezia. Non vorremo mica negare la storia? Abbiamo il dovere di onorare le nostre radici". Ne ha parlato con Maricetta Tirrito, la candidata a sindaco che lei sostiene? "Certo, conosce bene le mie idee. Quando mi hanno chiesto di entrare in lista sapevano benissimo che sono di destra". Nel manifesto, sul volto del Duce, c'è scritto: "Lui ha fondato Pomezia, a noi il compito di farla crescere. Rispetto e onore". L'accusano di apologia di fascismo... "Chi lo dice non conosce la legge». Si è sentito con la Polverini? «Certo, mi ha chiamato ieri. È stata diplomatica". La governatrice ha detto che avrebbe preso provvedimenti. Cosa ha fatto? "Diciamo che mi ha bacchettato. Ha fatto bene perché non ho avvisato nessuno prima di appendere i manifesti. Mi ha detto che rispetta le mie idee ma che non è stata una cosa carina ne suoi confronti e in quelli di Maricetta. Per questo mi dispiace e le ho chiesto scusa, ma non mi pento". Che messaggio voleva dare, pensa ci siano ancora molti fascisti? "Non diciamo sciocchezze. La mia era una provocazione rivolta a tutti gli elettori di destra che si ispirano a certi valori". A quelli del fascismo? "Le ideologie non ci sono più. Appartengono al passato e oggi non saprebbero più interpretare la realtà. Ma senza valori il territorio non può tornare a crescere. Il Ventennio è stato il periodo storico più produttivo per l'Italia. Dopo si è solo peggiorato". A quali valori pensa? "All'onore, ad esempio. Oggi anche una semplice stretta di mano per molti non ha più alcun significato. Mussolini ha instillato nelle anime degli italiani dei valori per farli divenire una nazione. La bonifica dell'Agro pontino è storia. Poi se dopo ha perso la testa cosa c'entra? Chi pensa che condivida la guerra e il razzismo è un malintenzionato che mi offende". L'anno scorso anche i sostenitori di Luigi Celori fecero un calendario ispirato al fascismo. Il suo è stato un modo per sottrargli elettori? "Quella era una goliardata. La mia invece è una cosa seria. Penso che ci siano molte persone di destra che non si riconoscono in questa politica. Io sono cresciuto ispirandomi ad Almirante, uno dei più grandi uomini politici del '900. Io voglio portare innovazioni". Cosa farà? "Al primo punto del mio programma c'è la creazione di un sistema fotovoltaico da 5 megawatt. Il Comune può guadagnare dall'ambiente. Poi bisogna creare nuovi posti di lavoro". La Polverini ha chiesto di rimuovere immediatamente i manifesti. "Sono stato costretto a toglierli per rispettare gli accordi pre-elettorali". Ieri pomeriggio erano ancora appesi in strada.