Spari contro la banda dei Rolex

"Ero uscito da pochi mesi di galera e adesso dovrò passare un altro Ferragosto in carcere". Rassegnato per essere stato nuovamente arrestato, un rapinatore napoletano, mentre i carabinieri gli mettevano le manette ai polsi, ha trovato anche la forza di raccontare che sono dieci anni che fa il rapinatore e che entra ed esce da una cella. E sempre per lo stesso reato: rapinare Rolex agli automobilisti, sia a Roma, sia a Napoli. Questa volta, il colpo fallito, si è concluso con un inseguimento da parte dei carabinieri della Compagnia San Pietro e con il trasferimento nel carcere di Regina Coeli dei malviventi. Erano le 21,15 di giovedì sera quando un'auto «civetta» dell'Arma stava transitando in piazza dei Quiriti, in Prati. Gli investigatori notano una moto Yamaha che si accostava spesso alle vetture e che il passeggero in quegli istanti copriva la targa con un cappellino. Insospettiti, i militari hanno deciso di seguirli, fino a quando in via Fabio Massimo i rapinatori sono entrati in azione. Il passeggero è saltato giù dalla moto e ha cominciato a strattonare il polso di un imprenditore di 56 anni, che stava per salire in macchina, proprio per portargli via il prezioso orologio. Appena sono intervenuti i carabinieri, i due sono fuggiti in moto, puntanto una pistola contro la vettura dell'Arma. A quel punto gli investigatori hanno deciso di sparare alle ruore della Yamaha. Costretti a lasciare la moto in terra, i malviventi hanno continuato a fuggire a piedi, inseguiti dai militari. Bloccati, non hanno opposto resistenza. I due rapinatori, di 27 e 28 anni, secondo quanto accertato dai carabinieri, da tempo facevano i pendolari nella Capitale, partendo la mattina da Napoli. Dopo i colpi, infatti, la sera tornavano a casa. Gli investigatori stanno ora verificando se sono gli stessi banditi che nei mesi scorsi hanno rapinato automobilisti nel quartiere Parioli e stanno cercando la pistola usata nell'inseguimento. Nelle precedenti denunce le vittime dei colpi hanno riferito che i rapinatori utilizzavano sempre una Yamaha, stesso modello di quello dei rapinatori di Prati.