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Le carte in procura. Saltano le prime teste

Roberto Cercelletta conosciuto a Roma come

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Gli interrogatori sono terminati. Le versioni dei fatti sono state fornite da tutti i diretti interessati. Ma il lavoro degli agenti della Polizia Municipale non è ancora finito. Anzi. In queste ore le forze dell'ordine stanno preparando l'informativa su ciò che è accaduto il 14 marzo scorso a piazza Fontana di Trevi, occasione in cui Roberto Cercelletta, noto come D'Artagnan, è entrato nella fontana per portarsi via le monete, ripreso dalle telecamere della trasmissione tv «Le Iene». E appena l'informativa sarà completa, verrà inviata in procura, dove gli inquirenti apriranno un fascicolo processuale per verificare se esistono o meno ipotesi di reato e se i vigili urbani presenti davanti al monumento abbiano o meno violato la legge. E quindi vadano perseguiti penalmente. Dunque non è stata ancora messa la parola fine alla vicenda che ha coinvolto, oltre a D'Artagnan, il Corpo della Polizia Municipale. Il comandante Antonio Di Maggio, proprio per tentare di ricostruire cosa sia accaduto quel giorno e anche per capire se questo metodo andava avanti da tempo, e se quindi siano stati commessi reati, ha interrogato lo stesso D'Artagnan e tutti i vigili urbani presenti quel giorno. Gli agenti avrebbero respinto qualsiasi accusa, sostenendo che non si è mai trattato di «mazzette». Ventiquatt'ore dopo il servizio della trasmissione, il comandante della Municipale di Roma, Angelo Giuliani, aveva immediatamente affermato che «non c'è un sistema di collusione tra i ladri di monetine e i vigili urbani. Non vorrei che i cittadini, vedendo quel servizio, possano pensare che la Polizia municipale fosse in commistione con quel gruppo di ladri». Intanto il comandante del I Gruppo, Cesarino Caioni, potrebbe essere sostituito nei prossimi giorni. In corsa sia il collega Stefano Napoli, attuale comandante del X Gruppo, sia Carlo Buttarelli, comandante della sicurezza urbana. Mercoledì scorso, inoltre, è stata approvata una delibera che dichiara di proprietà dell'amministrazione della città le monete gettate nella Fontana, devolute in beneficenza alla Caritas diocesana di Roma. E quindi chi prenderà dal monumento i soldi sarà perseguibile con l'accusa di furto. «A tale scopo - ha detto l'assessore alle Politiche culturali, Dino Gasperini - abbiamo predisposto un adeguamento della segnaletica: cinque targhe informative in ghisa, inserite nella pavimentazione in corrispondenza del bordo fontana comunicheranno in più lingue ai turisti che le monete sono di proprietà di Roma Capitale mediante la dicitura: "È vietato raccogliere monete site all'interno della fontana. Esse sono destinate a fini benefici"».

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