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Crolla la roccaforte rossa Al Cotral arrivano i tecnici

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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L'altro ieri le dimissioni del vicepresidente De Bosi e del consigliere Di Lorenzi (in quota Udc), ieri l'annuncio di quelle del presidente De Vincenzi. Crolla così, in 24 ore, la roccaforte del centrosinistra in Cotral, l'azienda di trasporto regionale. La soluzione, come già annunciato da Il Tempo, è quella di un consiglio di amministrazione di tecnici. A renderlo ufficiale è stata la stessa governatrice Polverini: «Ci sarà un'assemblea che nominerà un consiglio di amministrazione tecnico, in carica 90 giorni, poi si procederà al rinnovo: l'azienda va rimessa in corsa». Una «pax» elettorale che si concluderà i primi d'agosto. Di tempo per trattare ce n'è. Ma servirà? La «crisi» di Cotral, ufficializzata dall'assessore ai Trasporti, Francesco Lollobrigida che ha chiesto la revoca del Cda, nonostante la scadenza lo averebbe tenuto in carica un altro anno, non sembra affatto al buio. La conferma arriva dalle stesse dimissioni del presidente e del vice che di fatto levano una bella castagna dal fuoco alla Regione. Da un punto di vista squisitamente tecnico sarebbe stato difficile procedere a un commissariamento (strada infatti non percorribile neanche con il Cda dimissionario). In altre parole, senza l'accordo, Pd e Udc avrebbero potuto tenere sulle spine il centrodestra per un bel po' di tempo. Si parla di un «patto» tra la Polverini e Zingaretti che vedrebbe confermata la quota Pd nel nuovo Cda che, ricordiamo sarà a cinque e non più a sette membri. E questo è uno di quei casi che la politica deve coincidere con la matematica. Cinque consiglieri potrebbe significare due al Pdl, uno alla Lista Polverini, uno all'Udc e uno al Pd. Ma stavolta pur invertendo l'ordine dei fattori, il risultato è destinato a cambiare. Il partito di Casini, infatti, non rinuncerà facilmente a un posto in consiglio e allora il Pdl potrebbe essere costretto a fare un passo indietro e ottenere magari la presidenza, ma solo quella e cedere un posto all'Udc che così ne manterrebbe due. Ma la Polverini non è estranea a «colpi di scena» e potrebbe pretendere per la sua lista due posti in Cda e sparigliare tutto. Tranne l'accordo con Zingaretti che avrebbe già blindato il posto nel Cda. A chiarire il quadro ci penserà comunque il risultato elettorale. Una cosa, tuttavia, sembra destinata a non cambiare: l'esclusione dal tavolo delle trattative di Alemanno.

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