Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Chiedono i documenti Calci e pugni ai militari

default_image

  • a
  • a
  • a

Calci e pugni ai carabinieri. Picchiati perché hanno chiesto i documenti ai due che erano seduti a un bar del Tuscolano. La scena non è stata cruenta come quella verificatasi a Sorano, nel Grossetano, con un carabinieri ferito all'occhio e un altro in coma. Le ferite non sono state gravi: contusioni guaribili in sette e dieci giorni. E inoltre gli aggressori non sono ragazzi fuori controllo, che hanno agito sotto l'effetto della droga. Si tratta infatti di due fratelli di 47 e 43 anni, Franco e Claudio N. Il primo già noto alle forze dell'ordine per furto e droga, il secondo incensurato e operaio edile. Pure in questo caso però la reazione è stata e violenta e immediata, anche se con una dinamica assai diversa da quella del Grossetano. Lunedì pomeriggio, intorno alle 18.30, i carabinieri della stazione Quarto Miglio-Appio vogliono dare uno sguardo al bar in via Monte Albino, al Tuscolano. Ci sono state segnalazioni che in zona ci sarebbe un giro di droga: chi compra e chi vende. Con l'auto si avvinano al bar, vedono i due e scendono per identificarli. Come chiedono i documenti però i fratelli non se lo fanno ripetere due volte e fuggono. I militari li inseguono e una volta raggiunti scatta la violenza. I due cominciano a colpirli con calci e pugni nel tentativo di liberarsi dei carabinieri. Non è la prima volta che accade, non tutti gli arresti infatti sono indolore, c'è chi si ribella e fa male. La colluttazione tra fratelli e forze dell'ordine continua fino a quando intervengono due colleghi dei militari, una pattuglia della stazione Garbatella che si trova da quelle parti per servizio. Per i due non c'è più niente da fare. Vengono bloccati e portati in caserma della Compagnia Eur diretta dal maggiore Rino Coppola. Ieri c'è stato il processo per direttissima. In attesa della sentenza, il giudice ha stabilito per i due trattamenti diversi. Contro il pregiudicato è stato disposto l'obbligo di firma e quindi la scarcerazione. Anche il fratello incensurato è tornato in libertà, senza dover sottostare ad alcuna misura restrittiva.

Dai blog