Bed&breakfast irregolari In città sono quattromila
C'è una vera e propria emergenza abusivismo sul fronte Bed&Breakfast e affittacamere nella Capitale. L'appuntamento del primo maggio, giorno della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, con l'inevitabile impennata delle presenze turistiche a Roma, lo ha fatto emergere prepotentemente grazie ai controlli avviati in modo congiunto tra il Dipartimento Turismo, l'Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza e il Comando Generale del Corpo della Polizia Municipale, finalizzati proprio alla repressione dell'abusivismo delle attività ricettive. 712 verifiche soltanto a Roma, in particolare in centro storico e nella zona di San Pietro, effettuate dal 10 giugno 2010 al 26 aprile di quest'anno, che hanno dato il sorprendente risultato di «soli» 256 B&B e affittacamere regolari contro 456 sanzionati. Di questi, totalmente abusivi, ovvero sprovvisti di titolo autorizzativo, ne sono risultati 119. A questi dati si aggiungono quelli della polizia provinciale che da gennaio ha controllato 199 strutture ricettive di varie categorie ed effettuato 137 multe. È stato ieri il vice sindaco Mauro Cutrufo, insieme al delegato alla Sicurezza Giorgio Ciardi a fornire questi numeri. Per scovare le strutture ricettive abusive è bastato fare una ricerca su Internet e confrontare le autorizzate, inserite negli elenchi del Comune, con quelle che non lo erano, per accorgersi che c'è un numero elevatissimo, circa 4 mila a detta delle associazioni di categoria, di B&B e affittacamere irregolari che si presume sia destinato a crescere con l'aumento quest'anno previsto, delle presenze e degli arrivi nella Capitale. Le irregolarità più comunemente riscontrate riguardano posti letto non autorizzati, mancanza di certificazioni in materia di prevenzione incendi, di igiene e sanità e di edilizia. In seguito ai controlli sono stati adottati 140 provvedimenti di chiusura, mentre 143 titolari di esercizio hanno regolarizzato gli abusi. L'ammontare complessivo delle sanzioni applicate è stato pari a quasi un milione e 900 mila euro di cui un milione e 200 mila già incassato dall'amministrazione. «Abbiamo scatenato una "guerra" importante al fenomeno dell'abusivismo a Roma che cresce con l'aumento del turismo», ha dichiarato visibilmente soddisfatto Cutrufo, che ha anche ricordato come dal primo maggio, con l'avvio della stagione balneare, entrerà in vigore la tassa di soggiorno anche negli stabilimenti romani. Il contributo sarà riscosso direttamente dai gestori degli stabilimenti e non nelle spiagge libere e permetterà, ha aggiunto il vice sindaco, di investire nello sviluppo di Ostia con il rifacimento del waterfront, uno dei punti di riferimento più importanti del Secondo Polo Turistico.