D'Artagnan denunciato dai vigili
D'ora in poi, con lui, la Municipale sarà più dura. Ieri mattina i vigili sono andati a casa di Roberto Cercelletta, il D'Artagnan di Fontana di Trevi che ogni lunedì mattina raccoglieva le monetine gettate in acqua dai turisti e che il 14 marzo scorso, giorno in cui è stato registrato il video-choc delle Iene, ha rivolto minacce e accuse sia nei confronti della «iena» che di uno degli agenti protagonisti del filmato. I vigili che hanno assistito alle «pesche miracolose» non sono mai intervenuti perché non hanno mezzi per farlo. Cercelletta, inoltre, non è nuovo alle aggressioni, anche fisiche. Nel luglio del 2002 spaccò il naso a un agente che tentava di impedirgli di entrare nella fontana per prendere le monete. Così ieri, dopo che il giorno seguente all'andata in onda del servizio de Le Iene s'era ripresentato nella piazza tagliandosi con una lametta l'addome, i vigili dell'VIII gruppo coordinati da Antonio Di Maggio si sono recati nell'abitazione del 59enne. La Municipale ha chiesto spiegazioni su ogni frame del video che ha messo nei guai il Corpo. D'Artagnan ha confermato che quelle monete le prende per sé. Lo fa sempre. Tutti i lunedì. Non ha parlato di collusione con i vigili, ma ha continuato a dire di aver consegnato 600 euro a un uomo in divisa, lo stesso a cui nel video Cercelletta rivolge accuse diffamanti e per le quali, nei giorni immediatamente successivi alla registrazione del filmato, Cercelletta è stato querelato per minacce e oltraggio. Quel denaro, aveva già precisato il comandante Giuliani giovedì nel corso di una conferenza stampa, sono frutto di un sequestro e tutt'ora conservate nella cassaforte del Comando. L'agente ha raccontato al comandante dei vigili del I gruppo, Cesarino Cajoni, ciò che era successo quella mattina: l'arrivo della iena Filippo Rossi, Cercelletta che continuava a pescare, le domande, lui e suoi i complici che si scagliano contro il giornalista e minacciano di gambizzarlo. Oggi (ieri, ndr), mentre le voci del trasferimento del comandante Cajoni a un altro Gruppo si fanno più insistenti (il provvedimetno potrebbe scattare dopo i festeggiamenti per la beatificazione di Wojtyla), il comandante del Corpo Angelo Giuliani si trincera dietro a un: «Io non ne sapevo nulla. Non sono stato avvisato di ciò che è accaduto quella mattina di marzo». E sull'ipotesi anche di sue dimissioni, taglia corto: «Il discorso delle dimissioni non mi tange, noi siamo sotto esame ogni giorno. È il sindaco che decide. Sono concentrato sul primo maggio, non penso alle chiacchiere».