Cucchi chiese aiuto dalla cella
Ariferirlo ieri in aula, davanti ai giudici della terza Corte d'assise, è stato il carabiniere Francesco Tedesco, il militare che aveva proceduto all'arresto di Stefano Cucchi e che quella mattina lo aveva accompagnato in Tribunale insieme ad altri carabinieri. «Ho sentito Cucchi gridare "guardia, guardia" - ha detto il carabiniere che in quel momento si trovava in una saletta d'attesa nelle vicinanze delle celle - subito dopo una donna ha detto "stai zitto che è meglio per te, non le chiamare guardie"». L'episodio era stato già riferito dal militare agli inquirenti mentre nel corso dell'udienza Francesco Tedesco in un primo momento ha riferito di non essere sicuro di aver riconosciuto proprio la voce di Cucchi per poi, dopo le contestazioni degli avvocati di parte civile, confermare quanto dichiarato nel corso del suo interrogatorio. Nel corso dell'udienza sono stati ascoltati in tutto sette militari dei carabinieri che hanno avuto a che fare con Stefano Cucchi dal momento del suo fermo, alle 23,30 del 15 ottobre 2009, fino all'udienza di convalida al Tribunale di piazzale Clodio. A tutti i sette carabinieri è stata mostrata, inoltre, una foto di Cucchi che lo riprende al momento del suo ingresso nel carcere di Regina Coeli dove ha evidenti segni e gonfiori sotto gli occhi. «Cucchi non era così gonfio - ha detto il carabiniere Gianluca Colicchio che prestava servizio alla stazione di Tor Sapienza dove si trova la camera di sicurezza nella quale Cucchi ha trascorso la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 - Quando l'ho visto io aveva solo arrossamenti sotto gli occhi. Se si fosse presentato così a me non sarebbe entrato nella camera di sicurezza senza un referto medico».