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Occupano il Municipio e attaccano CasaPound

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Assaltoa CasaPound. Di nuovo. Stavolta i centri sociali non prendono di mira la «casa madre» dell'organizzazione in via Napoleone III. Puntano all'edificio occupato a scopo abitativo in via Val D'Ala (17 famiglie troveranno alloggio tra quelle mura). Sono le ore 17. Si presentano in cento sotto il palazzo dove sventola la tartaruga di CasaPound. Sono armati. Spranghe e bastoni. Caschi in testa. Volti coperti. Iniziano a lanciare biglie contro le finistre. Poi sassi. I militanti dell'organizzazione non reagiscono. Ma solo l'intervento delle forze dell'ordine evita il peggio, disperdendo i «compagni». Eppure proprio loro, poche ore prima, alle 13, denunciano un'aggressione subita. Per raccontarla occupano l'aula del consiglio del IV Municipio. Lo fanno con naturalezza. Entrano mentre il presidente d'aula Robetro Borgheresi conduce i lavori. Montano le telecamere, invadono i banchi dei consiglieri. Borgheresi a questo punto chiede di sgomberare l'aula. Lo fa tre volte di seguito. Ma nessuno esce né alcuna autorità si attiva. I due vigili urbani sulla porta restano fermi. «Sono costretto a interrompere i lavori», dice il presidente che si alza e va via. I ragazzi del centro sociale Astra occupano ufficialmente l'aula del consiglio e iniziano la conferenza stampa. Nessuno li fermerà fin quando decideranno di smontare le tende. Parlano Valerio Renzi di Horus Project e Alessandro Mustillo del colletivo Senza Tregua: «Ieri sera (martedì sera, ndr) è avvenuta un'aggressione squadrista in via Angiolieri. Sei studenti, di cui due ragazze, tra i 16 e i 18 anni - raccontano gli esponenti di sinistra - sono stati aggrediti a freddo da una quindicina di energumeni, che sono stati riconosciuti come riconducibili all'occupazione di via Val d'Ala di CasaPound, arrivati a bordo di auto e scesi con mazze di legno, spranghe e caschi». Tre di questi (tutti maschi) sarebbero poi finiti al Policlinico. «L'occupazione in via Val D'Ala è dei ragazzi di CasaPound - dicono - che vogliono utilizzare quel posto come covo. Questi personaggi sono protetti da Alemanno. Noi crediamo che il sindaco si debba sentire responsabile di queste violenze perché lui e la sua Giunta ci hanno voltato le spalle». Eppure i «compagni» non mostrano alcuna prova della responsabilità dei militanti di CasaPound. Andrea Antonini, vice presidente dell'organizzazione che ha subito pochi giorni fa un'aggressione a mano armata, spiega che «noi non c'entriamo nulla. Dagli antifascisti arrivano come al solito falsità, menzogne che servono solo a dare un senso a una protesta indifendibile come quella lanciata da centri sociali e antagonisti contro un'occupazione a scopo abitativo, Val d'Ala 200, dove 17 famiglie hanno trovato ospitalità». I ragazzi di sinistra continuano a rivendicare l'aggressione e puntano il dito contro il movimento di Antonini. Poi, incoerenti, organizzano l'assalto. Fortunamente finito senza scontri fisici.

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