L'approvvigionamento idrico di Roma risale al 1870, anno dell'Unità d'Italia.
Iprogetti di sviluppo urbanistico di Roma Capitale, tra gli anni '30 e '40 e nella ricostruzione del dopoguerra furono grandiosi e ambiziosi: la necessità di nuovi approvvigionamenti idrici diventò essenziale. Nel 1937 si dette inizio alla prima fase della realizzazione dell'acquedotto Peschiera, uno dei più grandi acquedotti d'acqua di sorgente. Le sorgenti sono situate a 7 km da Cittaducale (via Salaria - Provincia di Rieti), sulle pendici del Monte Nuria e sono costituite da una grande caverna natale di origine carsica, di circa 20 metri di diametro. L'acqua che scaturisce perennemente dall'interno della caverna e da una lunga rete di cunicoli (circa 1.500 m), capta le acque di falda dall'interno del monte. Le acque della «polla centrale» e delle gallerie confluiscono in una grande galleria collettrice dalla quale ha inizio l'acquedotto. Il Peschiera ha una portata massima di 9.500 l/s (litri/secondo) e impiega dalle 16 alle 18 ore per raggiungere la Capitale. Il primo tratto dell'acquedotto (cosiddetto superiore) è di circa 26 km, è stato realizzato in galleria (sezione di m 2,85x2,70) e termina nella centrale idroelettrica di Salisano. L'acqua potabile che arriva dal Peschiera, sfrutta un salto di 240 metri per produrre energia in questa struttura. Nella centrale, oltre alle acque del Peschiera, confluiscono anche quelle delle Capore, che hanno una portata di 5.500 l/s. Anch'esse, sfruttando un salto di 80 metri, vengono utilizzate per la produzione di energia elettrica. Le acque delle sorgenti delle Capore, scaturiscono in un tratto di fondo della valle del fiume Farfa (Comune di Frasso Sabino). Dalle vasche di captazione, le acque scorrono attraverso una galleria di deviazione a «pelo libero» della lunghezza di 7 km e confluiscono nell'acquedotto del Peschiera. Dal «nodo» di Salisano parte il tronco inferiore del sistema Peschiera-Capore chiamato «destro». Completato nel 1957, ha uno sviluppo di 59 km, di cui 52 in galleria a «pelo libero» con una capacità di trasporto di 5.500 l/s. Alcuni tratti sono stati realizzati con condotte in pressione al fine di superare le grosse difficoltà altimetriche che si incontrano nella valle del Tevere. Dal manufatto bipartitore della centrale di Salisano, ha inoltre inizio il secondo tronco inferiore del sistema Peschiera-Capore chiamato «sinistro», che si delinea su un tracciato di circa 33 km (di cui 28 in galleria) con una capacità di trasporto di 10.000 l/s, che arriva fino alla vasca di carico di Collelungo da dove le acque proseguono utilizzando due tubazioni in pressione della lunghezza di 5 km e arrivano al nodo di smistamento di Monte Carnale. Da quest'ultimo, partono due adduttrici: la prima per il centro idrico Cecchina e l'altra per il centro idrico Torre Nova. Nel 1949 è stata costruita in piazzale degli Eroi a Roma la «fontana di mostra» dell'acquedotto Peschiera. Realizzata con una grande vasca circolare con bordo rialzato, racchiude una composizione a più livelli a base ottagonale. (dal sito Ambientandoci.it di Acea Spa)