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Liberiamo Roma dal degrado

Un campo nomadi a Roma

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Non serve scomodare gli esperti di sondaggi per scoprire che i romani sono dalla parte di Alemanno. Non ci vuole molto a capire che i cittadini della Capitale sono stufi degli accampamenti nomadi, dei cumuli di immondizia e del degrado indegni di una città moderna. Il centro storico a volte sembra una copia di Calcutta di alcuni anni fa. Accattoni di ogni età che avvicinano i passanti in modo petulante e ossessivo. Un brutto biglietto da visita per una città che ha nel turismo il suo punto di forza. Per non parlare della criminalità che si annida tra veri e falsi poveri. A tutto questo aggiungiamo che così come il numero dei nomadi si è moltiplicato con l'esodo dall'Est europeo ora rischia di lievitare ancora con i disperati provenienti dalla Tunisia. Senza interventi rischieremmo di vedere le periferie, e non solo quelle, invase da accampamenti, di baracche. Questa è la realtà. Certamente difficile da affrontare, tanto più perché l'opposizione agli sgomberi non offre soluzioni alternative. Ma si limita a voler perpetuare nell'immobilismo. Salvo poi tutti a piangere quando in qualcuna di queste baracche si verificano tragedie che colpiscono soprattutto i bambini. Gli stessi bambini che i rom non vogliono siano affidati con le mamme ai centri di assistenza, perché servono per altri scopi. Infatti sono utilizzati in pieno inverno o sotto il sole per impietosire e chiedere l'elemosina. Ma questo è tollerabile? Non dovrebbe indignare ancora di più? Il problema va affrontato. In Francia sono state sperimentate soluzioni ancora più radicali. A Roma sappiamo che non possiamo lasciare le porte aperte a tutti. Anche se è vero che molti fuggono dalla povertà è pur vero che qui vanno a finire in baraccopoli e costretti a vivere di espedienti. Sarà doloroso, ma uno stop bisognerà pur darlo. Mandando un messaggio chiaro: i campi abusivi non saranno più tollerati, anzi saranno abbattuti. Certamente è una strada dolorosa. È naturale che ci siano associazioni e gruppi che insorgono. Ma chi guida una città non può confondere la solidarietà con il mancato rispetto delle regole. Tanto più se è forte il timore che il clima di tolleranza sia sfruttato da pregiudicati che fanno dei campi la base per le loro attività illegali. Alemanno ha avuto il coraggio di dirlo. E di cercare di passare dalle parole ai fatti. Un impegno difficile, da incoraggiare. Stare a guardare senza intervenire potrebbe solo portare a incancrenire il problema e fare di Roma una grande baraccopoli.  

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