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Basilica occupata arrivano i celerini

I nomadi alla Basilica di San Paolo

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Chi è rimasto fuori, forza i cancelli della Basilica di San Paolo mostrando i neonati ai gendarmi. E poi in serata addirittura l'arrivo di celerini e carabinieri. «È Pasqua anche per i nostri figli, fateci entrare» gridano i rom. Ma alle 22 i cancelli si chiudono anche per i fedeli, prima della Veglia Pasquale. C'è chi grida: «Vergogna, vergogna». Ma i gendarmi sono inamovibili. Non possono permettere che nella basilica, dove sono rimasti solo un centinaio dei 250 rom romeni, che venerdì l'hanno occupata dopo lo sgombero di via dei Cluniacensi, rientrino. A San Paolo i rom erano arrivati col sostegno di Popica, associazione che collabora con Amnesty International, nello stesso giorno in cui Amnesty ha chiesto al prefetto lo stop di sgomberi e Piano nomadi ed il giorno seguente alle bacchettate di San'Egidio alla politica dell'accoglienza. La tensione è alle stelle alle 10 di sera, dopo una giornata trascorsa con i tentativi di mediazione falliti. Chi è fuori pensa di dormire sul prato, i bambini nelle tre tende (in foto) montate dalla Brigata Garbatella, la Protezione civile dell'XI Municipio del presidente Catarci. Quando i rom si allontanano i cancelli si riaprono. Ma ormai molti fedeli se ne vanno. Anche due famiglie che avrebbero dovuto battezzare i figli durante la veglia di Pasqua: «Se sono queste le condizioni per battezzare nostro figlio - hanno detto lasciando la chiesa - preferiamo cambiare chiesa». A mezzanotte la soluzione. Le tende sono smontate. Sul prato non c'è più nessuno. Nelle stanze adiacenti la basilica ci sono 100 persone, quelli che non sono mai usciti dall'area. In giornata sono stati rifiutati i mille euro per tornare in Romania, 500 euro offerti dalla Caritas, che ha mediato a nome del Vicariato guidato dal cardinale Agostino Vallini, altri 500 dal Comune. «I soldi finiscono» dicono. Vogliono stare nei campi attrezzati. «Un intero paese è venuto qui a Roma - spiegano - si chiama Turhn Severih». Vogliono stare nei campi ordinati che Alemanno sta preparando per i 6 mila del piano nomadi. Lo pretendono anche le famiglie rom romene che sono a Roma da due mesi. Il fatto è che Roma resta il paese del bengodi anche se li sgomberano. E non li dissuade neanche la politica della divisione delle famiglie, contestatissima da Sant'Egidio o sacerdoti come don Pietro Sigurani della chiesa della Natività a via Gallia. Si sentono spalleggiati. «Ringraziamo la Chiesa che ci aiuta, ci stanno sfamando» dicono. Venerdì hanno scritto la lettera di richiesta di aiuto. Ma forse era un ringraziamento. Né è un deterrente la minaccia di togliere loro i bambini, a chi sarà trovato di nuovo a vivere in condizioni disumane nelle fratte, come prevede l'art. 403 del codice civile. A questo proposito gli uomini del comandante Antonio Di Maggio stanno facendo firmare un foglio informativo bilingue: se saranno ritrovati nelle baracche saranno segnalati al Tribunale per i minori che gli toglierà i figli. Roma continua a essere la terra promessa, persino per la manciata di rom, alla fine della giornata saranno 11 adulti e 12 bambini, tre famiglie che martedì torneranno in Romania, con mille euro in tasca. «Salutiamo i parenti e torniamo qui» pare abbiano detto salendo sul pulman. Sei ci hanno ripensato arrivati al Cara di Castelnuovo di Porto. Tre invece sono al centro sulla Salaria. Saranno divisi solo di notte. «A Pasqua e Pasquetta le famiglie staranno insieme» assicura il delegato del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi. Martedì saranno accompagnati in Romania. 15 i rom che hanno dormito nel centro di base S. Paolo, in via Ostiense, gestito dall'ex abate, don Franzoni. I romani stanno a guardare. E con l'eclatante occupazione della basilica di San Paolo non potranno neanche più dire: «che se li prenda il Vaticano». Ma la Santa Sede aveva dato il permesso per una sola notte, tra venerdì e sabato. Per tutto il giorno le associazioni, Arci compresa, hanno mediato. La Caritas li ha sfamati. Monsignor Feroci si è intrattenuto con loro. Alle 21.30 si aprono i cancelli per la Veglia pasquale. Arriva il pulman che porterà al Cara chi ci vuole andare. Piove. Momenti di tensione quando i rom tentano di forzare i cancelli per entrare. Oggi pranzo di Pasqua sul prato. Ma chi entra non uscirà. Vuole restare per la terza notte. Per i romani Pasqua sicura con i servizi mirati con volanti, autoradio dei Commissariati, reparto a cavallo, cinofili, Polstrada e Polfer predisposti dal Questore anche per l'imminente Beatificazione del Santo Padre, Giovanni Paolo II.

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