Denuncia topless: condannata
.E così la premurosa mamma ha invitato Luisa D.B., procace commesa romana, a coprirsi e poi l'ha denunciata. Ma è stata condannata ad un anno di carcere per calunnia. Perché abbronzarsi in topless non è vietato. Anzi, è consentito dalla sentenza 3557/2000 della III sezione penale della Corte di Cassazione che, dopo trent'anni di proteste, ricorsi e pruderie, ha sancito la liceità del succinto abbigliamento «da mare», visto che «ormai da vari lustri è comunemente accettato ed entrato nel costume sociale». E proprio appellandosi alle novità giuridiche la prosperosa e avvenente commesa di reggipetto sprovvista è riuscita ad ottenere venticinquemila euro di risarcimento. L'apprensiva madre dei teen ager dai bollenti spiriti aveva denunciato la ragazza per atti osceni perchè prendendo il sole in topless avrebbe turbato i figlioli adolescenti spalmandosi la crema solare sul seno. Un gesto che, secondo la donna, avrebbe potuto far alzare la pressione ai «suoi» ragazzi in un'età dove l'attrazione per il corpo femminile è alle stelle. Immaginando ciò che i figlioli avrebbero pensato osservando quel seno extralarge spalmato e rispalmato di crema, non aveva esitato a rivolgersi al tribunale. Sicura di vincere, probabilmente. Non ricordando le battaglie femministe e i reggiseni bruciati in piazza a centinaia negli Anni Settanta. Ribellione che, tolto l'obbligo del reggipetto sotto tailleur e maglioni, ha portato ben presto il topless sulle spiagge. Il procedimento penale contro Luisa D.B. è stato subito archiviato. È finita invece sul banco degli imputati la denunciante. La pena è stata patteggiata davanti al gup che le ha però concesso il beneficio della sospensione condizionale. Per la commessa risarcimento extragiudiziale di venticinquemila euro.