Delibera "taglia stipendi" Su Atac il sindaco apre al Pd
Addio agli stipendi d'oro dei manager delle aziende capitoline. Come annunciato dal sindaco Alemanno, la giunta ha varato ieri, alla luce del parere della Corte dei corti, la delibera «taglia stipendi». Mai più compensi milionari a chi guida società perennemente in perdita. I vertici Atac (anche o soprattutto negli anni passati) sono arrivati a guadagnare oltre 700mila euro. Da ultimo (anzi penultimo) l'Ad Adalberto Bertucci che, oltre al congruo compenso, ha recepito anche circa 140 mila euro di premio produttività. Acqua passata. La delibera, immediatamente attiva, fissa compensi per i Presidenti e componenti dei Consigli di Amministrazione, rispettivamente all'80% e al 70% della remunerazione del sindaco di Roma che è pari a 117.155,30 euro. Non solo. La vera «rivoluzione» è nella definizione dei criteri con i quali stabilire gli emolumenti dei consigli di amministrazione che terranno conto della produttività dell'azienda. Presidenti e consiglieri d'amministrazione guadagneranno da 55 a 77 mila euro. Discorso a parte per gli amministratori delegati che esercitano funzioni esecutive e per i quali viene stabilito un tetto massimo di 350.000 euro lordi annui, «ivi compresa la remunerazione di autonomi incarichi dirigenziali accordati nel rispetto delle disposizioni di legge e dei contratti collettivi». Nel particolare, sempre secondo il criterio del valore medio di produzione dell'azienda: se la produzione degli ultimi tre esercizi è inferiore a 250 milioni di euro l'Ad percepirà uno stipendio massimo di 280mila euro; se la produzione degli ultimi tre esercizi è superiore ai 250 milioni, l'Ad prenderà un compenso di massimo 350mila euro. Alla luce di tutto questo, una domanda nasce spontanea: perché l'Ad di Atac, Maurizio Basile si è dimesso? Una vicenda ancora tutta da chiarire. Intanto ieri, sempre sul rovente fronte Atac, Alemanno ha aperto all'opposizione. «Facendo seguito alla lettera aperta che il Pd mi ha rivolto su Atac - ha detto il sindaco - offro la mia disponibilità ad un confronto con tutte le opposizioni per accogliere ogni suggerimento costruttivo e le proposte per la nuova fase della governance del Tpl romano». Il tavolo per la trattativa si è aperto. Non resta che calare le carte e chiudere la partita.