La marcia degli immigrati a Termini
Prima lo sciopero dei maccheroni per il cous cous. Ieri l’avvertimento: biglietto del treno gratis o la stazione Termini a soqquadro. Noi li aiutiamo. Il ministero spende sessanta euro al giorno, questa la retta giornaliera per ciascuno dei 700 immigrati nordafricani arrivati nel Lazio dal 5 aprile. E loro minacciano. E il sindaco Gianni Alemanno ha dovuto ribadire che al biglietto del treno dei tunisini in partenza da Roma «sta provvedendo la Protezione Civile». Lo ha fatto ieri pomeriggio uscendo dalla riunione in Prefettura del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza in vista del 1 maggio. Alemanno ha anche spiegato che «vogliamo evitare assembramenti come a Ventimiglia». Per questo, ha spiegato il sindaco, «siamo d'accordo con il prefetto di Roma che ogni qualvolta si presentano immigrati senza dimora alla stazione Termini, questi ultimi vengano portati immediatamente fuori Roma». Le intenzioni sono buone. Un po' più difficile è passare ai fatti, visto che, come ha ribadito ieri la governatrice del Lazio, Renata Polverini, «le istituzioni possono offrire assistenza a chi la desidera ma non possono imporre fermi coatti». Abituiamoci all'andirivieni. Quelli che dovevano partire ieri, partiranno oggi. La quota di immigrati nordafricani assegnata al Lazio è di 234, un numero in divenire perché in rapporto con gli sbarchi. E chi ha ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo può andare dove gli pare. È andata così anche per i circa 150 tunisini che hanno trascorso la notte tra martedì e mercoledì a Castelnuovo di Porto. E, una parte, anche quella appena passata, visto che in tarda serata sono stati riportati al centro di accoglienza per evitare che trascorressero la notte bivaccando alla stazione ferroviaria. Anche Polverini è scesa in campo per dire che «il prefetto di Roma mi ha assicurato che i tunisini della Stazione Termini saranno accompagnati in un luogo dove passeranno la notte. Domattina (oggi ndr) saranno dotati di biglietti per andare dove vogliono andare». Eppure la catena di comando della Protezione civile appartiene alla presidenza del Consiglio; parte dal prefetto Gabrielli e scende agli enti locali. Martedì sera i tunisini erano stati trasferiti da piazza dei Cinquecento - da sempre quartier generale per i bivacchi degli immigrati - al centro di Castelnuovo dalla Protezione civile nazionale, scortati dalla polizia municipale, coordinati dalla vicecomandante Donatella Scafati. Ma ieri mattina gli immigrati sono ripartiti a piedi o in autobus, diretti alla stazione Termini. E hanno annunciato proteste «per poter ottenere un biglietto gratuito e partire in treno verso Ventimiglia». La mole di lavoro per la Protezione civile nazionale deve essere immane, visto che gli immigrati partiranno solo oggi. Sull'assistenza ai profughi Belviso ha sottolineato che «l'amministrazione comunale sta offrendo un supporto stabile alla Protezione civile nazionale. Tutte le persone che vengono dalla Tunisia possono stare temporaneamente sotto la nostra assistenza, in attesa di trasferimento. Ma il nostro supporto è temporaneo, non di presa in carica perché siamo saturi, non abbiamo centri di assistenza sufficienti». L'altro canale, è accettare l'aiuto di associazioni o centri sociali che fanno occupazioni. L'opposizione ci sguazza. Ma «si contraddice più volte» per il presidente della Commissione sicurezza urbana Fabrizio Santori. «Fossero loro al Governo avrebbero aperto le porte a tutti gli immigrati - dice - il sindaco Alemanno rispetta la volontà dei romani e, come ribadito, la Capitale non può farsi carico di nuove emergenza».