Case invase dai liquami
ChiaraLe Moglie MARINO Non c'è un momento di pace per Cava dei Selci. Dopo il gas radon, l'anidride carbonica e l'idrogeno solforato, oggi questo territorio deve fronteggiare anche una falda d'acqua sotterranea che ha inondato le cantine di una cinquantina di abitazioni. La voragine che si è aperta giovedì scorso su via Maciocco, in seguito ai lavori per il rifacimento del manto stradale, ha infatti portato alla luce un vero e proprio torrente sotterraneo che si è propagato in tutto il quartiere. I tecnici Acea, intervenuti per i lavori, non sanno spiegarsi con certezza l'origine dell'acqua. Tra le ipotesi prese in considerazione la rottura di una tubatura fognaria e l'incanalamento di una falda acquifera. Per ora quello che è certo è che gli abitanti della zona devono convivere con la copiosa perdita fino a quando Acea non troverà una soluzione per tamponarla e per ripristinare il servizio fognario. «Sotto la nostra abitazione, a venti centimetri dalla superficie, c'è un letto d'acqua che emana un odore raccapricciante», racconta Alessandro Mammonati che abita al civico 2 di via Maciocco. «Dopo l'incidente di giovedì scorso - continua Mammonati - la situazione è ulteriormente peggiorata e il liquame è talmente tanto che la pompa che abbiamo installato non riesce più a trattenerlo». I coniugi Marrocco sono stati protagonisti di una situazione ancora più allarmante quando hanno visto l'acqua inondare la loro cantina. «Dopo la voragine che si è aperta su via Maciocco i piani sotterranei sono stati improvvisamente invasi dall'acqua che è fuoriuscita dai pozzetti fognari. In più – spiega Alessandro Marrocco - siamo stati costretti ad evacuare la nostra abitazione per possibili fughe di gas». Ad oggi, anche se l'acqua nelle abitazioni è stata fatta defluire, persiste lo stato di emergenza. I tecnici Acea lavorano infatti senza sosta per arginare la falla su via Maciocco e per ripristinare il sistema fognario. I residenti, che da anni sono costretti a convivere con il problema delle emanazioni gassose dal sottosuolo, in questa occasione si sono sentiti abbandonati dall'amministrazione comunale. «Nessun assessore si è fatto vivo per rassicurarci né per chiarirci la reale gravità della perdita – aggiunge Mammonati – siamo stati trattati come cittadini di serie B pur pagando regolarmente le tasse».