Arrivano 121 tunisini e salgono in bus
Sono arrivati, non hanno soldi e vogliono restare a Roma. Un centinaio di tunisini sono "sbarcati" ieri pomeriggio in via di Grottarossa da Caserta, senza alcun preavviso. Alle 5 erano 121. Dopo un'ora se ne contavano una ventina. C'è chi ha preso l'autobus e chi se n'è andato a piedi tra i campi alla conquista della città. «Stiamo andando alla stazione Termini - ci spiega Kamel - non sappiamo cosa fare, ma vorremmo restare qui». L'inferno scoppia alle 17. Due pullman, provenienti da Caserta, con 121 tunisini - stando a quanto riferito dalla Protezione Civile - in possesso del permesso di soggiorno provvisorio, sono giunti all'altezza del parco della Pace. I residenti hanno presidiato l'ingresso della struttura d'accoglienza che nelle intenzioni della Protezione Civile avrebbe dovuto ospitarli, hanno impedito che questa venisse messa a loro disposizione. I momenti di tensione non sono mancati: alcuni profughi si sarebbero spogliati davanti a donne e bambini. La reazione dei mariti: «O li portate via o finiscono male». Preso alla sprovvista il sindaco. «Sappiamo che è stato un interevento della Protezione civile - ha detto Gianni Alemanno - ma finora nessuno si è assunto la paternità di questa azione. Non siamo stati preavvisati e agiremo con la massima forza affinché i patti vengano rispettati» ha detto il sindaco Gianni Alemanno che ha ribadito la totale «contrarietà» all'arrivo dei profughi: «Non erano questi gli impegni presi con Roma. Vogliamo che questi profughi siano portati fuori dalla città, Roma ha già grandi problemi di accoglienza». E c'è il giallo dell'accoglienza. Saranno ospitati in tre strutture, battono le agenzie: 40 sono diretti in un centro di via della Riserva Nuova a Ponte Di Nona, gli altri saranno ospitati in una parrocchia di Torre Gaia e in una confraternita in zona Grottarossa. La Regione dice che se ne sta occupando la Protezione civile con la Caritas. Ma dalla Caritas smentiscono: «I centri a Roma sono pieni - dice Don Mariano Parisella - 2 giorni fa solo qualche parrocchia del Lazio era disponibile». Le chiese in zona Torre Gaia hanno detto che non sono previsti arrivi. Tranne la Chiesa di Simone e Giuda: è grande, nuova e già ci gravitano immigrati. Ma al telefono non rispondono. Spunta il nome della confraternita del Trifone. Ma il direttore Francesco Ferrara smentisce. C'è chi sostiene invece che la Protezione civile regionale abbia delegato la gestione dei profughi a una sola cooperativa sociale. Il Centro Astalli si prepara. «Se arrivano, un piatto di pasta non glielo negheremo. E - spiegano - se hanno il permesso per protezione umanitario qui resteranno, con quello l'Europa non li accetta».