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"Io, un bersaglio? Scambio di persona"

Manifestazione a Roma di CasaPound. Nel riquadro Andrea Antonini

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«Oh, non fate domande da questurini. Non parlo della dinamica. Ok? E poi scusate: chi ha una sigaretta?». Non solo cammina sulle sue gambe, infilate in una tuta da ginnastica blu, ma è anche tonico e su di morale. Quando esce dal pronto soccorso del Sant'Andrea, il consigliere del XX Municipio Andrea Antonini non sembra reduce da una gambizzazione e nemmeno da un incontro di pugilato, sport che pratica e gli ha procurato un livido sotto l'occhio sinistro. È lucido e non vuole esagerare: «Roma è una città dove ci sono molte cose da costruire - dice - ed è opportuno che chi intende solo distruggere venga messo da una parte. Quanto a noi continueremo a fare tutto quello che stiamo facendo». Poi entra in auto con gli agenti della Digos per andare assieme sul luogo della gambizzazione e ricostruire la dinamica. Prima di Antonini, a dare uno sfondo a questa brutta storia è stato l'altro vicepresidente nazionale di CasaPound, Simone Di Stefano: «Forse l'attività politica di Casapound ha dato fastidio a qualcuno, a Roma c'è un movimento antifascista militante ma, realisticamente, non credo sia in grado di fare una cosa del genere». La storia politica di Andrea Antonini comincia più o meno venti anni fa, quando aveva 16 anni. Allora militava nelle file del Fronte della Gioventù, l'associazione giovanile dell'Msi. Oggi, Andrea Antonini, il consigliere circoscrizionale del XX Municipio, quello della zona Cassia-Flaminia, è il responsabile regionale di CasaPound e vicepresidente nazionale. Antonini, 40 anni, sposato, una figlia, è impiegato dell'Azienda strade Lazio ed è dirigente sindacale Ugl. In passato aveva fatto parte della segreteria politica di Francesco Storace. È tra i 12 indagati che la notte del 4 novembre 2008 fecero irruzione negli studi Rai di via Teulada e tentarono un blitz negli studi del programma «Chi l'ha visto?», "colpevole" di avere mandato in onda immagini inedite degli scontri avvenuti a piazza Navona pochi giorni prima tra studenti di destra e di sinistra. Oltre a lui, è indagato anche il presidente del centro sociale di destra CasaPound Italia, Gianluca Iannone. Ai dodici, che furono identificati dagli uomini della Digos, i magistrati della Procura di Roma contestano il concorso in violenza e minaccia aggravate a incaricati di pubblico servizio, ovvero ai registi e redattori della trasmissione di Rai Tre.

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