Il Festival di Pasqua sceglie il misticismo
Nasce un nuovo Festival dedicato alla settimana di Pasqua: è il «Festival di Pasqua Città di Orvieto 2011», che si inaugurerà il 16 aprile prossimo e chiuderà il 23, nella cornice stupenda dell'imponente trecentesco Duomo di Orvieto, gioiello gotico italiano, nell'Umbria ridente. Era una vocazione della città, questa, concretatasi negli ultimi anni in un grande Concerto Pasquale, diretto da artisti di livello: solo ora, e con la collaborazione del Teatro dell'Opera di Roma, il sogno si realizza, d'intesa con la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e l'Opera del Duomo della città. Era in realtà anche un disegno da tempo vagheggiato dal sovrintendente del Teatro, Catello De Martino, anch'egli stregato dal silenzio e dal misticismo di Orvieto e della terra di S. Francesco: e il direttore artistico dell'Opera, Alessio Vlad, si è dedicato interamente a coniugare - nel programma del neo-Festival di Pasqua - la vocazione al sacro della cittadina umbra con quanto di meglio si sta realizzando al Teatro dell'Opera, ormai entrato col «Nabucco» diretto da Riccardo Muti nelle manifestazioni artistiche per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Così anche in ciò si innesta la volontà innovativa che ha investito i vertici del Teatro: non solo l'Orchestra, il Coro dell'Opera e due artisti che hanno cantato per Muti (Antonio Poli e Dmitry Beloselsky) saranno protagonisti del Concerto di Pasqua nel Duomo di Orvieto, ma anche un'altra compagine del nostro lirico, la Giovane Orchestra del Teatro dell'Opera diretta da Antonio Cipriani, farà la sua parte nel giorno inaugurale, concludendo la giornata di studi sul compositore orvietano Luigi Mancinelli col concerto di brani tratti dalla sua «Cleopatra», da «Messalina» e da sue arie d'opera, nel Teatro Mancinelli. E ancora in Duomo, nella Cappella di S. Brizio resa celebre dagli affreschi del Signorelli, ne «Le sette ultime parole di Cristo sulla Croce» di Haydn, si ascolterà un quartetto d'archi sempre dell'Opera di Roma, mentre il 21 in Palazzo Coelli il Trio d'ance dell'Opera eseguirà Ibert, Beethoven, Mozart. Ma il fiore all'occhiello della collaborazione del nostro lirico sarà il concerto dell'Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana, che il 17 aprile in S. Francesco eseguirà coi tipici colori orientali un «Padre Nostro» in aramaico con melodia bizantina, e altri brani tradizionali, in un'unione delle lingue e dei cuori in nome della pace, «un tema purtroppo sempre attuale» dice ancora Catello De Martino. E non è certo la pace della morte, che invece lo «Stabat Mater» di Rossini, interpretato dal soprano Maria Grazia Schiavo, José Maria Lomonaco e i predetti Poli e Beloselsky invoca per l'uomo, nel concerto di chiusura diretto da Jesus Lopez Cobos, il 23 aprile.