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Bufera sui conti Atac I manager scappano

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Maurizio Basile

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Non c'è pace per l'Atac. Dopo lo scandalo parentopoli e l'avvicendamento di due amministratori delegati, ieri si è dimesso anche Maurizio Basile, terzo manager dell'era Alemanno. Basile, arrivato alla guida di Atac lo scorso ottobre per risanare i conti della municipalizzata travolta anche dallo scandalo parentopoli, ha rassegnato ieri le dimissioni dal consiglio di amministrazione dell'azienda di trasporto capitolina. Insieme a lui si è dimesso anche il presidente del consiglio di amministrazione Luigi Legnani e un rappresentante del collegio dei sindaci. Le dimissioni entreranno in vigore dopo l'approvazione del bilancio. Proprio nei dissidi sul bilancio andrebbe ricercata la motivazione che avrebbe portato Basile a rimettere l'incarico. Anche se il presidente Legnani nel corso del cda di ieri avrebbe offerto un'altra interpretazione: l'amministratore si sarebbe dimesso in seguito alla richiesta di parere avanzata dal Campidoglio alla Corte dei conti sullo stipendio di Basile senza prima informare i vertici Atac. Basile, che ricopre anche l'incarico di direttore generale, percepiva uno stipendio di 350 mila euro. Da ieri è sceso a 75 mila. I magistrati contabili hanno dato infatti parere negativo alla precedente retribuzione, conseguentemente ridotta. Maurizio Basile fu definito il 19 ottobre scorso dal sindaco un «manager molto noto in tutti gli ambienti delle società a capitale pubblico e con un'esperienza e capacità manageriale universalmente riconosciuta». Non si trattava proprio di un benvenuto: Basile lasciava infatti la carica di capo di Gabinetto del Campidoglio per assumere quella di amministratore della municipalizzata. Il successore di Adalberto Bertucci, che prima di lui aveva guidato la municipalizzata del trasporto pubblico romano con 13mila dipendenti, veniva considerato dal Comune l'uomo «giusto» per «gestire una fase di importante trasformazione della societa»: ovvero quella post Partentopoli, lo scandalo che ha travolto Atac e Trambus per le presunte oltre 800 assunzioni a chiamata diretta avvenute negli ultimi due anni e tra cui ci sarebbero stati parenti, segretari e mogli di assessori, dirigenti, sindacalisti. Maurizio Basile, nato a Napoli il 23 dicembre 1948, per circa un decennio è stato impegnato nel risanamento e nel rilancio di aziende pubbliche e private. È stato direttore centrale pianificazione e sviluppo nelle società Sofin spa, Aviofer Breda, Finsider e Alitalia. Ha curato importanti incarichi in varie aziende poste in liquidazione come Iritecna Spa e Italsanità. Nel 2000 è stato presidente e amministratore delegato dell'Ente Tabacchi Italiani, il braccio produttivo dei Monopoli di Stato, di cui ha curato la privatizzazione. Nel 2004 è passato all'Anas, col ruolo di direttore generale lasciato pochi mesi dopo per approdare alle Ferrovie dello Stato come direttore generale con deleghe su finanza, controllo e partecipazioni. Nel 2006 è stato nominato amministratore delegato di Aeroporti di Roma, il quinto dopo la privatizzazione. Nell'aprile 2008 la lasciato per uno stallo in seno all'azionariato tornando all'Isagro e affiancando nella gestione dell'azienda di famiglia il fratello Giorgio. Il 19 ottobre del 2010 Basile è stato nominato amministratore delegato dell'Atac dove si è portato un gruppo di suoi fedelissimi collaboratori. Prima di arrivare all'azienda di trasporti, come detto, Basile era capo di gabinetto di Alemanno. Un uomo di fiducia del sindaco dal profilo molto tecnico. In questi ultimi mesi tra i due non sono mancati momenti di confronto serrato e in una circostanza Basile avrebbe pronunciato anche una sorta di ultimatum per avere carta bianca nella gestione dell'azienda. Commentando le sue dimissioni, Alemanno ha espresso «profondo stupore» per le dimissioni di Basile «perché il risanamento di Atac è in atto», assicurando comunque che «non c'è problema: fronteggeremo la situazione».

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