Tangenti sui rimborsi dei trapianti
La Asl RmC di Roma torna a far rima con malaffare. Un funzionario dell’azienda sanitaria locale è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino su mandato del pubblico ministero Sergio Colaiocco. L’uomo, C.R. di 55 anni, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe chiesto tangenti per far ottenere rimborsi ai pazienti che avevano dovuto sottoporsi a un trapianto di organi. La Asl RmC, già nell'occhio del ciclone per l'inchiesta sulla maxitruffa al Servizio sanitario regionale orchestrata da Anna Giuseppina Iannuzzi, conosciuta come Lady Asl, torna così nel mirino della magistratura. Il reato contestato al funzionario è concussione. L'inchiesta è iniziata dopo la denuncia di un uomo che aveva subito un trapianto di cuore. L'intervento avvenne all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Mentre spetta al nosocomio il pagamento dell'intervento, tutte le altre spese sono a carico del paziente che può puoi ottenere un rimborso dalla Asl di appartenenza, quella dove si risiede. Nel caso specifico l'uomo aveva anticipato 7.700 euro. Inoltrata la pratica per il rimborso, il funzionario gli dice che c'è una causa ostativa: la richiesta è stata presentata fuori termini. C.R. può però aiutarlo a risolvere la questione dietro il pagamento di 2.500 euro, ossia una tangente pari a un terzo dell'ammontare anticipato dal paziente per l'intervento. Al momento però del pagamento della prima rata, pari a mille euro, di questa mazzetta, il funzionario si trova davanti i carabinieri che quindi lo arrestano in flagranza di reato. I militari si sono recati anche negli uffici dell'Asl dove hanno svolto perquisizioni e sequestrato documenti. Gli inquirenti, infatti, ora intendono accertare se C.R. abbia avuto dei complici. Al vaglio degli inquirenti altre decine di interventi di trapianto «sospetti». Proprio per questo nei prossimi giorni il magistrato intende sentire come persone informate sui fatti i vertici della Asl. «L'arresto di questa mattina dimostra che il malaffare e la corruzione sono piaghe difficili da estirpare dalla sanità laziale. Continuano infatti a emergere episodi di lucro ai danni dei cittadini. È necessario continuare a lavorare per eliminare il margine d'azione di chi intende speculare sulle sofferenze delle persone - commenta Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà in Consiglio regionale - Un episodio che deve mettere in allarme la presidente Polverini e che, se pure nella consueta presunzione di innocenza, in attesa del processo, deve indurre ad una profonda riflessione. La corruzione si annida laddove non vi è trasparenza e partecipazione. Questo è un tema che deve essere prioritario, soprattutto in ambito sanitario».