Guerra aperta sull'Auditorium
Non solo matematica nello scontro tra istituzioni. Agis: fermiano il monopolio
.La denuncia sulle discrepanze dei dati forniti dalla Fondazione Musica per Roma e quelli della Siae da parte del presidente della commissione capitolina alla Cultura, Federico Mollicone, hanno scatenato reazioni a catena. Prima e dopo la conferenza stampa indetta proprio da Mollicone per fornire il dettaglio dei dati «discordanti» del triennio 2008-2010. Secondo il report della commissione capitolina i dati Siae riferiti ai biglietti a pagamento e ingressi in abbonamento rilasciati per l'accesso alle Sale Parco della Musica per il 2008 sono 710.611, mentre per la Fondazione 1.076.849; per il 2009 la Siae ha registato 625.190 ingressi a pagamento, la Fondazione ha riferito 912.423 spettatori per eventi a pagamento. Infine, nel 2010 la Siae ha dato 721.685 biglietti, la Fondazione 1.050.844. «Questo non è un attacco politico o strumentale - chiarisce Mollicone - siamo qui come istituzione pubblica che ha rilevato delle discordanze su una delle istituzioni di cui è fondatrice. Un ente che dovrebbe fornire dati esatti con trasparenza e sobrietà. Non capiamo poi perché la Lottomatica non ci ha fornito le informazioni richieste». Un altro aspetto messo in luce dal presidente della commissione capitolina è quello dei visitatori. «Il dato dei "frequentatori" dell'Auditorium, cioè anche chi prende un caffè al bar è comunque ingannevole perché - spiega - non verificabile. Ingannevole per le istituzioni e anche per gli sponsor». Lunga e dettagliata la replica dei diretti interessati, ovvero il presidente Aurelio Regina, l'Ad Carlo Fuortes, il presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, Bruno Cagli, che dopo aver ribadito la «totale correttezza e linearità dei dati comunicati», chiariscono: «I numeri degli spettatori paganti, che hanno un riflesso economico e finanziario sui bilanci aziendali - riferisce una nota della Fondazione Musica per Roma - sono universalmente calcolati in termini monetari sulla base dei ricavi da bigliettazione. Strano che, concentrandosi sui dati degli spettatori paganti il presidente Mollicone si sia dimenticato di verificare tali valori che non sono né citati né contestati. La forte discordanza denunciata dal report istituzionale dipende dalla mancata valutazione di una serie di elementi». La Fondazione poi fornisce qualche esempio soprattutto sulle attività esterne alle sale dell'Auditorium, come la Festa del Libro, concerti e spettacoli di danza gratuiti, attività di animazione per bambini durante il periodo natalizio. Al di là dei numeri, la denuncia di Mollicone accende i riflettori su un tema più ampio e delicato. Nel 2008, su denuncia dell'Agis Lazio, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato censurò la situazione dell'Auditorium, che detiene praticamente il monopolio delle iniziative culturali cittadine. Ad esempio i concerti jazz realizzati senza il coinvolgimento della Casa del Jazz e la Festa del Libro senza il coinvolgimento delle Biblioteche comunali. «Riteniamo sia necessario riflettere sulla situazione di privilegio di cui gode questa Fondazione che determina una oggettivo squilibrio rispetto ad altri soggetti del settore, incidendo negativamente anche sul pluralismo culturale. Gli elementi che creano questa situazione di privilegio - spiega il presidente dell'Agis Lazio, Pietro Longhi - sono il contributo di 10 milioni di euro all'anno solo da parte dei soci fondatori (Comune, Regione, Provincia e CCIAA); concessione in uso gratuito per 99 anni del complesso immobiliare; la possibilità di garantire compensi fissi e cachet agli artisti al di sopra dei costi di mercato; l'utilizzo dei canali di comunicazione preferenziali». Infine un'anomalia segnalata da Mollicone ma alla quale nessuno ha finora risposto: possibile che la Fondazione che gestisce l'Auditorium non abbia un direttore artistico?