I "non ricordo" di Winston

Si ricomincia con un vertice tra investigatori e magistrati. Il delitto della contessa Alberica Filo della Torre non è ancora chiuso. E quindi è necessario fare il punto delle indagini e decidere con quale attività investigativa ripartire per mettere definitivamente la parola fine all'omicidio del 10 luglio del 1991. Stamattina quindi il pubblico ministero Francesca Loy e il tenente colonnello dei carabinieri Bruno Bellini, capo della sezione omicidi di via In Selci, si incontreranno per stabilire quali dovranno essere i prossimi passi dell'inchiesta. Al centro del vertice, soprattutto la confessione del domestico, Winston Manuel Reyes, che secondo gli inquirenti non ha detto tutta la verità, nascondendo il vero movente dell'omicidio della donna nella sua camera da letto nella villa all'Olgiata. Non solo. Oltre a verificare il movente, resta da chiarire dove siano finiti i gioielli scomparsi dalla stanza del delitto: una collana, un paio di orecchini e un anello. Gioielli per un valore di decine e decine di milioni di lire che il filippino nega di aver preso. Secondo chi indaga, però, non si può ancora escludere che il movente, come sostiene il marito della contessa Pietro Mattei, possa essere stato un altro: lo straniero è entrato in casa per rubare, è stato sorpreso e ha ammazzato la donna, fuggendo con il bottino. Un'ipotesi investigativa ancora tutta da verificare. E proprio per questo l'arrestato sarà ascoltato nuovamente in carcere dagli inquirenti. Anche la dinamica ha contorni non chiari. Soprattutto perché durante l'interrogatorio l'ex domestico della famiglia Mattei ha pronunciato molti «non ricordo», dicendo di non sapere cosa sia successo quando si è trovato davanti la nobildonna, ma di ricordarsi soltanto di essere fuggito dalla finestra senza che nessuno lo vedesse. E senza rubare preziosi. Il filippino nella sua confessione ha raccontato di essere tornato nella villa per riavere il lavoro, per essere riassunto: era stato «licenziato» due mesi prima del delitto. Tutti elementi all'esame di chi indaga. Al momento, in linea teorica, non viene esclusa nessuna ipotesi su possibili complicità, anche se mancano elementi oggettivi in questa direzione: gli stessi magistrati, infatti, per ora non avrebbero intenzione di coinvolgere altre persone nell'inchiesta. Il filippino nella sua confessione ha sostenuto, infatti, di aver agito da solo.