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Corsa contro il tempo per salvare il San Raffaele

Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Il caso San Raffaele rischia seriamente di trasformarsi in un dramma sociale. Per i 3.171 lavoratori che rischiano di ritrovarsi a spasso dal 15 aprile; ma anche per quei 2.283 pazienti che il Sistema sanitario regionale non sarà in grado di accogliere. «Ci siamo attivati e stiamo riconvertendo. Stiamo cercando di dare una risposta tempestiva perché lavoratori e pazienti non si trovino in difficoltà - assicura la governatrice Polverini - Non parliamo solo di una questione che riguarda il sistema sanitario ma anche l'ordine pubblico. Se 3.000 famiglie dovessero rimanere senza lavoro sarebbe un problema di questo genere. Voglio tranquillizzare tutti». Per il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese «dalla Regione Lazio ci sarà il massimo impegno per tutelare e salvaguardare l'occupazione. Il San Raffaele è una realtà importante e tra le più all'avanguardia d'Italia». «Sono parole che fanno piacere, ma sono come San Tommaso: finché non vedo non credo - commenta il presidente del Gruppo Carlo Trivelli - Per sopravvivere abbiamo bisogno di fatti concreti e subito. Bisogna salvaguardare un polo d'eccellenza che si regge esclusivamente sui rimborsi delle prestazioni». Qualche numero per essere più chiari. Da solo il Gruppo della famiglia Angelucci rappresenta quasi l'intera disponibilità di posti letto nel Lazio per la riabilitazione (2.822 secondo il piano di riordino della rete ospedaliera) e per la lungodegenza (844). Se davvero il San Raffaele cesserà l'attività sanitaria i suoi 2.283 pazienti avranno ben poche possibilità di essere ricollocati nel Ssr. Anche perché in lista d'attesa per quanto riguarda la riabilitazione e la lungodegenza ci sono, secondo fonti sindacali, all'incirca 50 mila pazienti. Un numero spaventoso. Per quanto riguarda le diciassette case di cura private del San Raffaele i tempi d'attesa si riducono fortemente: 25-30 giorni per la riabilitazione e 60 per la lungodegenza. Il San Raffaele chiede alla Regione il pagamento delle prestazioni degli ultimi due anni e la riorganizzazione del Gruppo che, secondo il decreto 80, sarebbe dovuta avvenire entro oggi. La prima proposta avanzata è datata ottobre 2010, ma ad oggi è tutto fermo. La riconversione dei letti in esubero in Rsa fa perdere 13 milioni di euro, a cui devono sommarsi i 30 milioni derivanti dalla non riconversione persi nel biennio 2008-2010. Un posto letto in Rsa costa 110 euro al giorno, rimborsati al 50% dal Ssr, mentre un posto di riabilitazione ne costa 270 e di lungodegenza 170 (rimborsati al 100%). Il San Raffaele dal 2008 a oggi ha perso circa 50 milioni di euro. Se entro 7-10 giorni non si arriverà alla stipula delle nuove intese sulla riorganizzazione e alla liquidazione di quanto dovuto il Gruppo, senza più copertura bancaria, sarà costretto a chiudere.

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