Gli inquilini popolari speculatori fai da te
Gli affari sono a portata di mano, non c'è dubbio. Il principio è quello alla base di ogni operazione economica di successo: comprare a poco e rivendere a tanto. Elementare. Come acquistare una casa dell'Ater a 45 mila euro e «piazzarla» sul mercato a 350 mila. Ci sono riusciti tanti inquilini dell'istituto degli alloggi popolari. Hanno avuto in affitto gli appartamenti in media a 110 euro al mese e, attesi i 5 anni previsti dalla legge, li hanno rivenduti a cifre di mercato. Un affare da immobiliarista fai da te. C'è anche chi si è affidato alle agenzie, del resto è tutto legale, ci mancherebbe. Proviamo ad acquistarla noi una casa «ex popolare». Il campanello d'allarme ci suona in testa la terza volta che, dall'altra parte del telefono, l'agente immobiliare di turno o il semplice cittadino che ha messo in vendita l'appartamento, fa: «Il rogito, però, lo possiamo fare a fine 2011». Allora domandiamo: «Ma c'è qualche problema? Perché non possiamo fare il rogito a marzo o aprile?». Pronta la risposta: «Si tratta di una casa popolare le cui modalità di vendita sono soggette a particolari condizioni. Voi comunque, una volta che ci siamo messi d'accordo sul prezzo, potete entrare nell'appartamento». Ora è tutto chiaro, lo impone la legge: prima di vendere una casa acquistata dagli enti pubblici devono passare 5 anni. Ovviamente l'alloggio sarà stato pure popolare ma ora è diventato una reggia. Le cifre sono quelle di mercato. Nei quartieri Prati, Monteverde, Torrino, Testaccio, solo per citarne alcuni, ci sono appartamenti Ater o di altri enti pubblici che costano tra 350 e 500 mila euro, ma che sono stati ceduti agli inquilini tra i 45 e i 60 mila euro, soldi con cui a Roma non si compra neanche un garage. A via di Donna Olimpia, quartiere Monteverde, la richiesta è di 485 mila euro per un primo piano di 95 metri quadrati. L'agenzia immobiliare che ha il mandato fino a dicembre 2011 è chiara: «La casa è in vendita subito ma il rogito possiamo farlo a dicembre perché si tratta della casa di un ente e solo a fine anno è possibile mettere tutto nero su bianco». Bell'affare, solo pensando che l'inquilino che l'ha acquistata dall'ente in questione non ha sborsato più di 60 mila euro, visto che i valori catastali erano quelli degli anni '90. Le sorprese non finiscono qui. Cambia la zona, ma non la sostanza. Al Torrino contattiamo un privato che vende il suo appartamento, acquistato, dice, nel 2007 da un ente. Adesso vuole 490 mila euro. Ci entriamo in confidenza e scopriamo che per quell'appartamento di 110 metri quadrati al quarto piano, ristrutturato, lui ne ha tirati fuori 60 mila. La voglia di comprarlo ci passa. Un'altra agenzia di Testaccio ci dice che ha due appartamenti dell'Ater in vendita a 380 mila euro uno di 65 metri quadrati e 420 mila l'altro di 80 metri quadrati. Anche in questo caso gli inquilini diventati proprietari vinceranno la lotteria visto che in quella zona l'Ater ha venduto case di 70 metri quadrati a 45 mila euro. Una di queste è stata venduta sul mercato nel 2008 a 350 mila euro. Ma c'è anche chi, forse pentito dalle sue intenzioni speculatorie, dopo averci chiesto 400 mila euro per un appartamento di un ente, con l'avvertimento del rogito non prima di maggio, ci viene incontro proponendoci uno «sconticino» di 50 mila euro se acquistiamo subito prendendo però possesso dell'appartamento non prima di fine aprile. «Tanto qui - dice - non controlla mai nessuno».