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Pesca vietata Nessuno lo sa

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ChiaraRai CASTEL GANDOLFO Pescare nel lago e poi mangiare pesce che nuoce alla salute. A Castel Gandolfo esiste un'ordinanza che vieta l'attività per utilizzo alimentare firmata dal sindaco Colacchi il 31 gennaio 2007, ma quasi nessuno lo sa. Non ci sono cartelli per il lungolago. Non ci sono neppure controlli da parte della polizia municipale che garantiscano l'esecuzione del provvedimento. L'ordinanza "fantasma" è stata emanata nel 2007 a scopo precauzionale a causa del continuo abbassamento del livello della falda che si prosciuga e non si rigenera, danneggiando la fauna lacustre. Eppure, a distanza di circa quattro anni, sono sempre di più gli amanti della pesca che gettano l'amo nel lago con la speranza di farsi una scorpacciata di trote alla griglia senza sapere che il bacino lacustre è inquinata. Ci sono famiglie, bambini e veterani d'acqua dolce coinvolti in questo rito che da sempre fa parte del costume del luogo. Eppure il dubbio che il pesce non sia buono viene a tutti. «Sappiamo che ci sono fioriture di alghe nocive - dice Alessandro, un frequentatore - però è assurdo che non ci informino sulla gravità della questione. Insomma dobbiamo sapere se il pesce è avvelenato, non si scherza con la salute». Anche sulle spiagge attrezzate per i pescatori non c'è nessun cartello di divieto. «Vorrei dare informazioni certe a chi viene a pescare qui - dice Eugenio Raso, storico gestore della spiaggetta dei Pescatori - invece il Comune non parla con noi, latita e le persone sono disorientate. Da parte mia sconsiglio sempre di mangiare il pescato ma poi ognuno agisce come crede». Ma i rischi ci sono. «Sarebbe meglio non mangiare il pesce del lago Albano - spiega il responsabile del dipartimento di prevenzione della Asl RmH Messineo - perché potrebbe essere inquinato dai numerosi tipi di tossine che sono nelle alghe e che hanno valenza epatotossica, gastroenterica e cancerogena».

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