L'ultimo urlo di Paola «Attenti, vi cade sopra»
Poihanno sentito urlare dal terrazzo, era la madre che chiedeva di spostarsi altrimenti "vi cade sopra". Loro hanno cercato di fermarla, ma non c'è stato nulla da fare. Oggi il banco del figlio più grande è rimasto vuoto». Agghiaccianti i dettagli che si confidano alcune alunne all'uscita di scuola, impietrite davanti a quel «lecca lecca» che la piccola Giorgia non potrà più assaggiare. Tutti atterriti e increduli i residenti di questo quartiere alla periferia sud di Roma, Tor Pagnotta, il giorno dopo la tragedia. I perché rimbalzano nel cortile di via Lombardo Radice, dove ieri soltanto alcuni mazzi di fiori testimoniavano un dramma ancora costellato di mille incognite. È un andirivieni continuo di passanti davanti al civico 116 della palazzina teatro della tragedia. Nessuno nell'appartamento cui porre le condoglianze, il citofono suona a vuoto, il padre insieme agli altri figli dall'altra notte non ha più fatto ritorno a casa, eppure sono tutti lì, i residenti, a indicare quel terrazzo maledetto e a consolarsi l'un l'altro perché, ne sono convinti, «se è successo a questa famiglia, potrebbe succedere a tutti». Fatica a trovare le parole Fiovina, dottoressa della farmacia che si affaccia sullo spiazzo: «Paola la vedevamo spesso e non aveva mai mostrato alcun tipo di problema, c'è dunque da chiedersi se raptus così possano capitare a chiunque». Nessuna tragedia annunciata. Non ha dubbi chi Paola la vedeva ogni mattina, come Raffaella, barista del locale che la famiglia frequentava assiduamente: «Sono state dette cose brutte su di lei, in realtà anche se aveva problemi di salute si è sempre mostrata gentile, educata, soprattutto amorevole coi suoi bimbi. Non sappiamo cosa l'abbia spinta a fare una cosa così terribile, ma è ingiusto chiamarla assassina». E ieri, a Tor Pagnotta, faceva paura anche la parola indifferenza: «Questa è una zona-dormitorio - cercano di darsi spiegazioni Marco e Vincenzo - ci conosciamo tutti in modo superficiale, magari se ci fossero più dialogo e solidarietà sociale, certi drammi potrebbero essere evitati».