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Aladin come uno scugnizzo dei giorni nostri

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Quandosi libera nell'aria, grazie a un espediente di cui non si può svelare il trucco, il pubblico esplode in un sentito applauso o rimane a bocca aperta in un silenzio incantato. Il successo di botteghino e di critica di questo evento scenico è una vittoria del made in Italy perché i suoi ingredienti preziosi sono: musiche dei Pooh, testi e liriche di Stefano d'Orazio, scene di Aldo de Lorenzo, costumi di Sabrina Chiocchio, regia e coreografia di Fabrizio Angelini nonché il protagonismo ormai indiscusso di Manuel Frattini nel ruolo del titolo, Roberto Ciufoli nei panni del Genio, Valentina Spalletta per la principessa Jasmine e il cattivissimo Jafar di Simone Sillabano. «Il mio ingresso più impegnativo è quello che avviene nella scena del mercato» racconta l'interprete principale Manuel Frattini, che ha ormai immortalato tanti personaggi fiabeschi nella mente di bambini e adulti. «Si parlava di Aladin da anni dopo che Pinocchio ha dato il via a una serie di titoli. Mi affascinava l'epoca e l'ambiente delle Mille e una notte. Ho iniziato con la Compagnia della Rancia in un percorso molto formativo di esperienze. Qui tutta l'espressione coreografica che posso ottenere da Fabrizio Angelini si adatta alla vicenda di Aladin, riveduta e attualizzata da Stefano D'Orazio. È uno spettacolo veramente faticoso. Il pentagramma dei Pooh è complicato e dico spesso che il prossimo lavoro lo farò scrivere da Franco dei Ricchi e Poveri». «Il mio Aladin era uno scugnizzo dei nostri giorni, ma certe battute troppo odierne sono state eliminate» ha spiegato Stefano D'Orazio. «C'è poi Roberto Ciufoli che improvvisa sempre, costringendo gli altri a stare molto attenti per poter reagire adeguatamente. La compagine attoriale è quindi molto divertita e sale ogni sera sul palco con la voglia di fare e cambiare». «Sono venuto al Sistina la prima volta insieme a Gino Bramieri e c'era il gusto della battuta estemporanea a cui rispondere» si è subito schermito Roberto Ciufoli. «Jasmine svela un mondo interiore e ha tante sfumature come tutti i personaggi femminili» è il commento di Valentina Spalletta. «Ha un sogno di libertà e vuole amare una persona che sceglie lei e non imposta dalla legge. Da lì prende vita la sua realtà femminista: vuole appartenere soltanto a se stessa. Ora mi somiglia di più che nelle prime rappresentazioni». T. D. M.

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