Truffa del secolo, Rizzigol ci ride su "Mi toccherà tornare a giocare"
C'è chi è arrabbiato nero e chi preferisce riderci su. Nella truffa scoperta dalle Fiamme Gialle ai danni di 700 risparmiatori che avevano scelto di investire i propri soldi nel rischioso mondo della finanza, ci sono due categorie di raggirati: chi ha sporto denuncia e chi ha atteso che le cose si aggiustassero da sole. Sono solo una trentina, infatti, coloro che hanno chiesto l'intervento della magistratura. Nell'elenco dei personaggi famosi che hanno affidato i propri soldi alla società Egp, c'è anche il bomber ed ex calciatore della Roma Ruggiero Rizzitelli. Oggi tira un sospiro di sollievo: «Ci siamo cascati in tanti. Abbiamo investito i nostri soldi in quella società e ci siamo ritrovati con grosse perdite. Ho fatto denuncia, sapevamo che le indagini andavano avanti da un anno. Non resta che scherzarci su, vorrà dire che riprenderò gli scarpini che avevo appeso al chiodo e mi toccherà rimettermi a giocare». Come Rizzittelli, ha presentato denuncia anche Sabina Guzzanti. Ma c'è anche chi ha fatto in tempo a tirarsi fuori senza perdere un patrimonio. È il caso della soubrette Samantha De Grenet. Il cantante Massimo Ranieri invece ha preferito non fare denuncia. L'interrogativo è scontato: per quale motivo qualcuno ha denunciato mentre altri hanno preferito lasciar perdere? Può darsi che chi non ha querelato contasse ancora di recuperare i soldi investiti. Ma c'è anche un'altra possibilità. «Quei vip che hanno denunciato lo hanno fatto perché non accettavano che il loro investimento fosse in perdita», dice l'avvocato, Salvatore Sciullo, che difende due degli arrestati, Gianfranco Lande e Raffaella Raspi, i due operatori finanziari che guidavano la succursale italiana della Egp, la società che in vent'anni avrebbe accumulato 170 milioni di euro (il tesoro che secondo i magistrati corrisponde all'ammontare della truffa). Secondo il penalista, infatti, i suoi assistiti non hanno fatto altro che «proporre investimenti nel pieno rispetto delle normative». Questi investimenti, secondo gli investigatori, sarebbero stati spostati in paradisi off-shore, dalle Bahamas all'Irlanda. Per il legale degli arrestati non c'è niente di strano: «Si trattava di investimenti ad alto rischio che, però, allo stesso tempo potevano essere altamente remunerativi». Insomma, chi accettava di investire sapeva che poteva perdere: «Probabilmente chi ha denunciato non avrà letto i moduli informativi che spiegavano la tipologia degli investimenti con i nullaosta delle autorità competenti», spiega Sciullo. Una trasparenza che stride con quanto accertato dalla Procura: associazione per delinquere transnazionale, abusivismo finanziario, appropriazione indebita e ostacolo alla vigilanza di Consob e Banca d'Italia.