Prima volta all'Opera
diPAOLA PARISET Che mangia Lindsay Kemp oggi? «Spaghetti». Soltanto? «Spaghetti e arte. Sono a Roma, e dovunque io guardi, c'è arte. Michelangelo, il Colossèo, i Musei Vaticani». Il ballerino, coreografo, mimo, attore, regista lirico e didatta inglese, idolatrato nel mondo per la poliedricità espressiva, il carisma teatrale, la misteriosa ambiguità del suo occhio sul mondo, è impegnato al Teatro dell'Opera di Roma. Dal 29 marzo al 3 aprile infatti porterà in scena nel Teatro Nazionale – in un trittico col coreografo Virgilio Sieni in «Àpeiron» e la compagnia Abbondanza-Bertoni in «Addio Addio» - una lunga pièce di teatro-danza, «The Illusionist». Novità? «Sono al Teatro dell'Opera per la prima volta. A Roma mi sono esibito negli anni '70 –'90 con la mia compagnia in tanti teatri, all'Eliseo, al Brancaccio, all'Olimpico. Ma mai qui: ringrazio il direttore del Ballo Micha van Hoecke che mi ha invitato, per mettere la giovane compagnia dell'Opera a contatto con la realtà del teatro-danza». È stato dunque Micha van Hoecke a scegliere il grande Kemp per avvicinare il Corpo di Ballo al teatro-danza? «Voleva che per i nostri ballerini non esistesse solo il repertorio classico, che fossero interpreti delle produzioni non solo come danzatori, ma anche come attori, per meglio comunicare e creare un ponte con il pubblico». Scommetto che Lindsay si è divertito. «Sì, mi sono divertito coi circa trenta ballerini che ho voluto in scena: ho messo del brio nella mia pièce, anche se il soggetto - un omaggio al cinema anni '20 e '30, da tempo da me ideato e ora rivisto in scene, costumi e luci - è quello di un vecchio regista, che entra in un teatro di posa deserto e rivede i fantasmi di artisti, di vecchi film, di amori già vissuti». E qui entra in scena il vero Kemp, l'attore en travesti, immerso in un mondo ambiguo ed onirico: e l'illusionista è lui. Altre emozioni? «Ballo! Erano anni che non lo facevo, poiché mi sto dedicando anima e corpo alla didattica. Al momento infatti vivo a Livorno, dopo anni trascorsi a Todi - come è bella l'Italia! - dove, nella Fondazione Goldoni, tengo corsi di teatro e recitazione. Ma all'Opera ballo. E con una creazione infarcita di malinconia, ma anche di comicità e di humor, ho voluto lanciare anch'io un mio messaggio di sorriso e di riso. Oggi ce ne è bisogno: no?».