Divise «infedeli». Quinto arresto
FiumicinoIn carcere un ispettore della Polaria. Sarebbe la mente della banda
Giàquattro «divise infedeli» erano finite nel mirino dei colleghi della Polizia di Frontiera e della Finanza dello scalo romano già dalla scorsa estate, sospettate di gestire l'entrata in Italia di grossi carichi di droga dal sud-America. A settembre 2010, dopo indagini e appostamenti, ad essere arrestati erano stati due militari, il maresciallo M.C. di 48 anni e l'appuntato P.M. di 34, entrambi di Fiumicino e l'ispettore della polizia, F.M. 38enne di Ladispoli; il quarto uomo, C.B. di 48 anni, ispettore della Polaria in pensione, era sfuggito alla cattura e risulta tuttora ricercato fuori dai confini nazionali. I quattro erano caduti nella trappola orchestrata dai colleghi che, venuti a conoscenza dell'ennesimo carico in arrivo, avevano seguito i movimenti dei sospettati, pronti sulle piste dell'aeroporto ad accogliere due valigie cariche di droga. Immediato era scattato il blitz, gli arresti e di seguito le perquisizioni nelle abitazioni dei quattro rappresentanti delle forze dell'ordine, compreso l'appartamento di una giovane guardia giurata, compagna di uno dei poliziotti indagati e impiegata in una delle società di sicurezza privata di Fiumicino. Nelle abitazioni romane e nelle auto degli arrestati, erano state rinvenute diversi quantitativi di droga, armi non dichiarate e contanti per oltre 100mila euro, probabile provento dell'attività illecita. Ma fin da subito era apparso chiaro che potevano esserci altre «mele marce» all'interno dei comandi del Leonardo Da Vinci. Giovedì sera il cerchio si è stretto intorno a colui che gli investigatori ritengono la mente e il coordinatore della banda. Si tratta di un ispettore della Polizia del Da Vinci, F.C., ora rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli. L'inchiesta, avviata dal pm della Procura della Repubblica di Civitavecchia, Edmondo De Gregorio, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, si starebbe concentrando sulle ramificazioni sia italiane che internazionali del maxi-traffico di droga: oltre ad indagare su presunti e ulteriori complici, gli investigatori stanno vagliando le connessioni della criminalità organizzata internazionale con la banda di Fiumicino.